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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Bimbo morto per un'otite, condannato il medico omeopata

E' arrivata oggi pomeriggio la sentenza per Massimiliano Mecozzi, accusato di omicidio colposo. Il dottore aveva in cura il piccolo Francesco Bonifazi, 7 anni, deceduto al Salesi il 27 maggio del 2017 

ANCONA – Una otite, curata con rimedi omeopatici, era degenerata in encefalite e a tre giorni dal ricovero al Salesi il bambino era morto. E' arrivata la sentenza oggi per il medico Massimiliano Mecozzi, 60 anni, pesarese, che aveva curato il piccolo Francesco Bonifazi, 7 anni, di Cagli. Il minore era morto il 27 maggio 2017 per una otite batterica bilaterale. La giudice Francesca Pizii, del tribunale di Ancona, ha inflitto tre anni al dottore accusato di omicidio colposo. Il pubblico ministero Daniele Paci aveva chiesto una condanna a quattro anni. La difesa, rappresentata dall'avvocato Fabio Palazzo era per l'assoluzione. Adesso ha già annunciato che ricorrerà in appello. La sentenza è arrivata dopo due ore e mezza di camera di consiglio. Mecozzi è stato condannato anche a 5 anni di interdizione all'esercizio della professione medica. Oggi l'imputato non era in aula. C'erano invece il nonno materno del bambino, Maurizio Olivieri (parte civile con l'avvocato Federica Mancinelli), e la madre, Maristella.

Mecozzi è stato condannato anche ad una provvisionale di 70mila euro da dare ai familiari del bambino morto. Anche lo zio paterno, Riccardo Bonifazi, era parte civile al processo (con l'avvocato Federico Gori). Parte civile anche l'Unione Consumatori con l'avvocato Corrado Canafoglia. «Non può morire un bambino per non aver ricevuto un antibiotico – osserva Canafoglia – non si deve sostituire la medicina tradizionale con quelle alternative». Per i risarcimenti la giudice ha rinviato le somme da definirsi in sede civile. I familiari chiedevano oltre 300mila euro. Secondo l'accusa Mecozzi, che ha ripreso ad esercitare come medico, interpellato più volte dai genitori del piccolo Francesco, all'insorgenza della malattia, sia telefonicamente che via whatsapp, avrebbe «sottostimato il quadro clinico che indicava una infezione di elevata gravità». La difesa di Mecozzi attende le motivazioni della sentenza, che usciranno tra 90 giorni, prima di pronunciarsi. 

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