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Cronaca

Focus immigrazione, due programmi di accoglienza: i numeri del sistema "Sprar"

Ancona è tra i pochi comuni d'Italia a portare avanti due programmi per la protezione dei richiedenti asilo, entrambi inseriti all'interno del programma Sprar, cioè il Sistema di protezione richiedenti asilo e profughi

Ancona è tra i pochi comuni d’Italia a portare avanti non uno, ma ben due programmi per la protezione dei richiedenti asilo. Uno è dedicato agli adulti mentre l’altro é dedicato ai minori stranieri non accompagnati. Sono entrambi percorsi inseriti all’interno del programma Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e profughi), cioè il programma nazionale di accoglienza profughi, che entra in azione quando un migrante presenta ufficialmente la richiesta di asilo politico.

COS’E’ LO SPRAR. E’ un progetto triennale nato con la normativa così detta Bossi-Fini con lo scopo di coinvolgere i comuni che ne fanno richiesta. Una volta entrati nel progetto Sprar, i migranti vengono seguiti con un unico scopo: il pieno inserimento nel tessuto sociale e lavorativo. Come si sviluppa ad Ancona? Ce lo spiega la referente comunale del progetto Sprar Barbara Paolinelli (in foto): «I richiedenti asilo vengono accolti in appartamenti, dove sono sorvegliati da nostri operatori. Vengono iscritti ai corsi di italiano, per cui abbiamo una convenzione con l’Informagiovani che organizza dei corsi 3 volte all’anno. C’è il corso di lingua. C’è una specie di corso di educazione civica dove insegnano la geografia, spiegano come funziona un ospedale, che cosa è la Questura, che cosa è la Prefettura, le leggi del nostro paese. Poi c’è il corso sul lavoro dove spiegano come cercare occupazione, come si compila un curriculum, la gestione della casa, Barbara Paolinelli-2l’amministrazione di condominio e tante altre cose». Non solo educazione, il progetto prevede anche la presenza al bisogno di: mediatori linguistici, consulenza legale, prodotti per la pulizia degli alloggi, abbonamento mensile per l’autobus, uno sportello informativo aperto 3 giorni a settimana dalle 9:00 alle 13:00 (un giorno anche dalle 15:00 alle 17:00) e la partecipazione all’organizzazione della giornata mondiale per i rifugiati. E’ naturale che, nell’ambito del progetto concernente i minorenni, siano comprese anche attività ricreative ed educative, oltre al basilare obbligo scolastico e al supporto per l’inserimento lavorativo mediante borse di studio. «Il 90% dei nostri minori trova un lavoro della durata che va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 1 anno» spiga la Paolinelli. 

NUMERI E SPESE. Ma tutto questo quanto costa al Comune di Ancona? All’ente locale zero in termini di portafoglio. Per quanto riguarda il progetto degli adulti, nel territorio comunale si contano 50 persone, a cui si aggiungono 6 posti d’emergenza. Il tutto per un costo complessivo annuale di euro 435.691,00 di cui 87.141,88 cofinanziati dal Comune (dati all’anno 2013). Ciò non significa che l’amministrazione apra le casse della spesa corrente. Infatti quella cifra corrisponde al valore degli appartamenti, degli uffici e dei servizi messi a disposizione dei migranti. Dunque, in gran parte, costi fissi di beni immobili. In totale, nel 2014, sono stati accolti 74 migranti. Più di 500 a partire dal 2004. Per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati (attivo dal 2008, quando ad Ancona ci fu il boom di arrivi), il progetto mette a disposizione 15 posti nella comunità d’accoglienza “L’Ancora”. Il tutto per un costo annuale di euro 642.332,76 di cui 196.426,60 cofinanziati dal Comune (dati del triennio 2014-2016). A conti fatti, ogni giorno per ogni adulto vengono spesi 28 euro, di cui circa 5 provengono dal comune (costi fissi immobili), 8 euro vengono dati in mano al migrante e il resto provengono dal Ministero. Il discorso cambia per il minore straniero, che costa 90 euro al giorno, di cui 30 provengono direttamente dal Comune dorico e 60 vengono rimborsati attraverso fondi ministeriali ed europei. Minori stranieri che, va detto, prima ancora di essere stranieri sono minorenni, quindi tutelati sotto ogni profilo. 

«In generale vengono spesi al giorno 28 euro per gli adulti e 90 per i minorenni - puntualizza la Paolinelli - Vorrei spiegare che queste spese, oltre a garantire i diritti umani di queste persone, servono anche per ridare un giro all’economia italiana. Gli operatori che lavorano per noi sono italiani. I ragazzi fanno spesa nei supermercato locali, pagano l’affitto di case di proprietà di italiani, vivono le realtà locali e hanno l’abbonamento all’autobus grazie ad un contributo che chiaramente arriva ad una ditta locale».

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