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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Porto: caporalato nei cantieri, la Fiom deposita un esposto in Procura

Secondo la Fiom, davanti i cancelli Fincantieri si presenterebbero dipendenti di ditte subappaltanti per offrire lavoro giornaliero a decine di operai disoccupati, disposti a lavorare fuori dalla legalità

Forme di caporalato per lavorare nelle ditte appaltatrici di Fincantieri (quest’ultima assolutamente estranea a ogni vicenda). E’ il sospetto avanzato dalla Fiom Ancona che, tramite il segretario provinciale Giuseppe Ciarrocchi (in foto), venerdì mattina ha presentato un esposto alla procura dorica affinché verifichi l’ipotesi del sindacato, cioè che si sia creato un vero giro dedito allo sfruttamento della manodopera portuale. Da una parte ditte che cercano lavoro giornalieroGiuseppe Ciarrocchi-2 senza impegno e a costo zero, dall'altra operai pronti a tutto per guadagnare pochi euro all'ora. 

Secondo quanto sospettato dal sindacato di lavoratori, ormai da diverso tempo, davanti i cancelli di Fincantieri, all’interno del porto, si assiste a forme di capolarato. Quasi ogni mattina si presenterebbero in zona una ventina di persone in cerca di un’occupazione, soprattutto immigrati, in attesa di qualcuno delle ditte appaltatrici o sub-appaltatrici, incaricate di lavori di vario genere all’interno dei grandi cantieri navali. Sarebbero questi dipendenti che, in cambio di una paga prefissata, assolderebbero operai disposti a tutto pur di lavorare qualche giorno, settimana o un mese. Alla fine, sempre secondo quanto ricostruito dai sindacati, il lavoro nero verrebbe ricompensato forme di paga globale, cioè con un pagamento unico che, formalmente conterrebbe ogni garanzia (malattia, ferie, Tfr, previdenza), ma in realtà non ha nulla di tutto ciò. Quasi tutti i giorni, alcuni dipendenti delle ditte incaricate di svolgere lavori per Fincantieri uscirebbero dai cancelli, parlerebbero con il gruppo di lavoratori in attesa e ne porterebbero dentro 2 o 3. 

«Abbiamo presentato questo esposto - ha detto il segretario Fiom Ancona - Perché, se il lavoro torna in questo cantiere dopo che ci siamo battuti, non può diventare luogo di lavoro con forme semi-schiavistiche o peggio ancora fenomeni e dinamiche riconducibili al reato di estorsione». Sì, perchè secondo quanto denunciato dalla Fiom, non soltanto nel porto dorico si sarebbe ricreato un fenomeno socio-lavoratio che ricorda molto lo sfruttamento dei campi del Sud Italia, ma si sarebbero verificati anche forme di estorsione, con lavoratori disperati, al punto da pagare per lavorare. «Noi non abbiamo strumenti perchè non siamo né polizia giudiziaria né ispettorato del lavoro però a questo punto denunciamo questa situazione» ha precisato Ciarrocchi, che prosegue: «Sono due anni che chiediamo che si definisca un protocollo di legalità e trasparenza fatto da Prefetto, mettendo insieme Inps, Inail e tutti gli attori, incrociando non solo legalità antimafia, ma anche tutto quello che è rispetto di una forma di legalità lavorativa e contributiva».

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