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Sabato, 9 Dicembre 2023
Cronaca

#Finoaquando? I Dottorandi si mobilitano per difendere la ricerca

Organizzati decine di flash mob e volantinaggi nelle piazze e nelle sedi universitarie per incontrare la comunità accademica e di informare la cittadinanza sugli effetti che la legge produrrà in merito alla creazione di ulteriore precariato della ricerca

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

A pochi giorni dall’inizio della discussione del DdL stabilità 2015 presso la Camera dei Deputati, l’ADI, Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca, ribadisce le sue dure critiche nei confronti degli interventi previsti dall’attuale versione del provvedimento in materia di Università e, in particolare, di reclutamento per i giovani ricercatori.

Per questo motivo, ADI ha chiamato alla mobilitazione studenti, dottorandi, dottori e assegnisti di ricerca, giovani ricercatori di diverse regioni italiane, organizzando decine di flash mob e volantinaggi nelle piazze e nelle sedi universitarie. «Da Milano a Roma, da Lecce a Bari, da Sassari a Foggia, da Ancona a Cagliari a Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Pavia e in molte altre città italiane l'obiettivo è stato quello di incontrare la comunità accademica e di informare la cittadinanza sugli effetti che la legge produrrà in merito alla creazione di ulteriore precariato della ricerca», dichiara Antonio Bonatesta, Segretario nazionale ADI. «Sulla base dello slogan “Utili, pazienti, bastonati #finoaquando?”, abbiamo chiesto ai colleghi di interrogarsi sulla allarmante realtà del reclutamento accademico e dei giovani ricercatori, ridotti al rango di vero e proprio esercito di riserva della ricerca, serbatoio di lavoratori della conoscenza sempre disponibili e intercambiabili e, di fatto, sempre più privi di qualsiasi prospettiva di stabilizzazione».
«È per questo stesso motivo – continua Bonatesta - che chiediamo al Governo e alle forze parlamentari di fermarsi e interrogarsi. Desideriamo sapere se davvero credono opportuno fondare il funzionamento di gran parte del sistema accademico sul lavoro precario, privo di aspettative e colpito tanto nei progetti di vita quanto nella libertà stessa della ricerca».

Secondo l’ADI, quello che viene presentato come un provvedimento per la ripresa del reclutamento dei giovani ricercatori è in realtà creazione di nuovo precariato, pagato con nuove rinunce sul versante delle garanzie di stabilizzazione. I giovani ricercatori chiedono al governo di liberare le università dai mille lacciuoli burocratici che oggi ne ostacolano il normale funzionamento, e di elaborare un serio piano per il finanziamento e il reclutamento di giovani nei ruoli universitari.

«È necessario mettere al centro della politica regionale i temi della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico», dichiara Emanuele Storti, coordinatore di ADI Ancona. «Le Marche devono investire di più sui giovani ricercatori, legando maggiormente il finanziamento dei programmi di ricerca a posizioni lavorative stabili per i giovani sul territorio regionale. Dobbiamo valorizzare le competenze dei dottori di ricerca, che ad oggi sono spesso costretti a trasferirsi in altre regioni o all’estero per veder riconosciuto il loro merito. Ci auguriamo che queste tematiche siano al centro del dibattito in occasione delle prossime elezioni regionali.»

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