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Cronaca

In fuga dalla guerra, «Ad Ancona non volevano che ci fermassimo, a Firenze abbiamo trovato la pace»

"Siamo andati ad Ancona da amici, ma il proprietario di casa non voleva che ci fermassimo". Allora il rientro a Firenze. “Abbiamo trascorso notti in auto, non sapevamo più dove andare”

Dopo mesi di peripezie, in fuga dalla guerra, hanno trovato pace. A pochi chilometri da Firenze, sulla via Bolognese, vicino a Pratolino. E' qui che il 76enne Marco Lombardi, conosciuto da tutti come 'Nappino', dal nome dei due ristoranti che possiede, ha deciso di accoglierli. Iuliia e Nikolai, 41 e 43 anni, con i loro due figli, la 18enne Lisa e il 14enne Sebastian, da inizio luglio sono quindi sistemati nell'immobile sulla Bolognese, all'altezza di Montorsoli, dove l'uomo è titolare, oltre che del ristorante 'Le Terrazze di Nappino', anche di un albergo. "Siamo andati ad Ancona da amici, ma il proprietario di casa non voleva che ci fermassimo". Allora il rientro a Firenze. “Abbiamo trascorso notti in auto, non sapevamo più dove andare”. 

“Dopo 45 giorni ci hanno proposto un'altra sistemazione, alla foresteria Pertini di Sorgane, a Firenze”. Una struttura gestita dalla Caritas. “Lì però non volevamo stare”, spiega la coppia, lamentando di avere avuto “una stanza troppo sporca, dove non volevamo che i nostri figli restassero”. Quindi la decisione di sganciarsi dal sistema di accoglienza e cercare qualcosa in proprio.  Finché Leila e Gaime li mettono in contatto con 'Nappino', ad inizio luglio. Pensavano di restare un paio di notti. Invece sono ancora lì. In cambio di vitto e alloggio, danno una mano con pulizie e lavori di ogni genere, in casa e nel ristorante. “Nikolai è una grande muratore”, scherza Nappino. Ha già stuccato e rimbiancato gran parte della struttura.

“Sono nato subito dopo la guerra, nel '46. Mio babbo aveva fatto la guerra e io ho sempre sentito parlare di sfollati fin da ragazzino. Sono sensibile a queste situazioni. Mi sono sentito partecipe del problema di questa famiglia. Anche io ho figli e nipoti e mi è sembrato giusto aiutarli nel momento del bisogno, solo questo - spiega Nappino -. Mia moglie era d'accordo. Abbiamo già aiutato tante persone nella vita e sono orgoglioso ora di averli ospiti, sono brave persone”. Sebastian, il più piccolo, fino a giugno ha proseguito la scuola on line. Già mastica un po' di italiano e forse a settembre si iscriverà in una scuola fiorentina. La sorella Lisa, che parla bene inglese, cerca lavoro. Ma il futuro resta molto incerto. “Cerchiamo di viverla con il sorriso, la situazione in Ucraina però è terribile. Abbiamo amici arruolati come militari e morti. Ci dicono che lo scenario è desolante. Speriamo che finisca tutto il prima possibile, vorremmo tornare a casa ma per ora non è possibile”.

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