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Cronaca

Frode del carburante. Ville, auto, conti correnti sequestrati e 13 arresti: in manette anche imprenditore marchigiano

C'è anche un imprenditore marchigiano al centro della vasta operazione della Guardia di Finanza, in collaborazione con gli uffici Doganali, che ha portato all'arresto di 13 indagati

C'è anche un imprenditore marchigiano al centro dell vasta operazione della Guardia di Finanza di Perugia, in collaborazione con gli uffici Doganali, che ha portato all'arresto di 13 indagati, di cui 8 in regime di misura cautelare in carcere e gli altri 5 ai domiciliari, nell'ambito di una maxi frode ed evasione nel commercio del carburante. Le accuse contestate sono  di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale,per una colossale evasione di Iva, secondo quanto riscostruito dalle Fiamme Gialle, di 25 milioni di euro. Una operazione presentata questa mattina al comando provinciale della Finanza alla presenza del procuratore capo Luigi De Ficchy che ha coordinato le indagini, volte a scoperchiare una vasta truffa nei confronti dello Stato. L'operazione ha riguardato decine di perquisizioni e l'esecuzione di 13 misure cautelari per gli indagati residenti in Lombardia, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e Svizzera, partita da un semplice controllo fiscale aperto nei confronti di una importante società umbra operante nella distribuzione dei prodotti petroliferi. E proprio attraverso la ricostruzione della movimentazione fiscale, del "pacchetto clienti" (linfa vitale per le società) e dei rapporti commerciali che l'imprenditore umbro intratteneva, che la polizia giudiziaria è arrivata a ricostruire il giro d'affari , fino a risalire ai vertici di due distinte organizzazioni criminali (di cui una operante a livello internazionale) nel settore della commercializzazione dei carburanti per autotrazione. E proprio una di queste vedeva al vertice il marchigiano: un uomo di 60 anni di San Benedetto del Tronto, impegnanto nel commercio di carburanti e già ai domiciliari per precedenti penali specifici. 

VIDEO: Maxi operazione della Finanza, sequestri per milioni e 13 arresti: c'è anche un marchigiano

Ma che ruolo aveva l'imprenditore umbro? E' stato ricostruito come l'indagato fosse il "collettore" tra le due organizzazioni che - in maniera del tutto indipendente - avevano messo in piedi una "colossale" frode all'Iva. Come? Premettendo che sui carburanti gravano due tipologie di imposta, le accise e l'Iva, che costituiscono una importante entrata per il bilancio nazionale. Gli indagati, avvalendosi anche di figure professionali, sfruttavano la normativa vigente in caso di acquisti di beni in ambito comunitario in cui l'imposta dell'Iva viene applicata nel Paese di destinazione.

Ed è così che le due organizzazioni, attraverso un sofisticato sistema - evitavano il pagamento dell'Iva per ottenere illeciti guadagni per il commercio del carburante. In particolare, secondo le indagini della Guardia di Finanza, le menti e i promotori delle due organizzazioni avevano costituto una società in Svizzera che acquistava da raffinerie dislocate in Slovenia e Croazia, rivendendo poi il carburante applicando un margine di guadagno a otto società  con sedi in tutta Italia, intestate a prestanomi. ma in realtà riconducibili agli stessi promotori indagati. A quel punto il carburante transitava dall'Est Europa in un deposito fiscale italiano ma in attesa di arrivare ai destinatari finali, le società cartiera emettevano fatture false di vendita a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto dalla società Svizzera, con l'applicazione dell'Iva. Ed è così che i destinatari finali, gli imprenditori, riuscivano ad applicare un prezzo estremamente concorrenziale. 

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