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Cronaca

Mole Vanvitelliana: Eugenio Finardi emoziona Ancona ed è standing ovation

"Gli stadi mi fanno un po' paura, credo di essere d'accordo con Paul Simon quando dice che i concerti migliori sono quelli in cui puoi vedere gli occhi di chi sta in ultima fila" ha detto Eugenio Finardi

Non tutti i mali vengono per nuocere. E questo vale soprattutto per Eugenio Finardi che, dopo aver sofferto di fibrillazione striale e aver trascorso molto tempo nelle corsie di ospedale, ha toccato con mano le angosce delle persone. Nasce da lì, da quelle sofferenze che sono diventate anche le sue, il suo nuovo album: “Fibrillante”. Un disco firmato con la collaborazione con Max Casacci dei Subsonica, la cui musica ieri sera ha intrattenuto per 2 ore il pubblico anconetano. Più di 300 persone sono accorse alla Mole Vanvitelliana per ascoltare il guru della musica italiana, Eugenio Finardi. A cavallo tra rock puro e poesia d’autore, ha emozionato tutti quelli che, senza farsi condizionare dal calendario, si sono riversati nella splendida cornice della Mole.

E allora ecco che alle 22:00 Finardi è salito sul palco e ha cominciato a cantare tutte le canzoni del suo nuovo album che, a suo dire, vuole essere una sorta di miccia che risvegli le coscienze delle persone. “Per noi che abbiamo vissuto l’epoca di persone come Martin Luther King è una delusione vedere dove siamo ora - ha detto Finardi dal palco - Stiamo vivendo un nuovo medioevo e ci vuole un nuovo umanesimo nel senso che bisogna rimettere al centro l’uomo e la sua dignità“. Poi la musica: “Aspettando”, “Come Savonarola”, “Cadere sognare”. Tutte tracce tratte dal suo nuovo lavoro, alternate da vecchi successi come “Non è nel cuore” e “Diesel”. Per poi proseguire con grandi classici come “14 gocce di Valium”. Fino a tornare al 1980 con “F104”. Il cantautore ha continuamente alternato canzoni, vecchie e nuove, con brevi monologhi in cui spiegava la storia che c’era dietro ogni canzone. E i concerto è proseguito con “La storia di Franco” che parla di un uomo che ha perso tutto dopo essersi separato dalla moglie, “Le donne piangono in macchina” e l’unica canzone d’amore di Fabrillante, che è “Fortefragile”. Poi, sul finale, la mitica “Extraterrestre”.

Finardi

In un attimo è arrivata la mezzanotte quando Finardi ha chiuso il concerto. Ma in realtà sapeva che, di lì a poco, il pubblico lo avrebbe di nuovo reclamato. Tutti in piedi per battere le mani al cielo e chiedere il bis che è arrivato subito dopo con due meraviglie della sua lunga e ricercata carriera: “Amore diverso” e “Musica Ribelle”. Poi è statostanding ovation per lui che aveva esordito dichiarando che «Le Marche è una di quelle regioni che preferisco perchè la qualità della vita ha qualcosa di speciale e non mi ha mai tradito. Grazie di cuore Ancona».

Ci sarebbero volute forse altre due ore per ascoltare tantissime altre canoni che hanno reso celebre Eugenio Finardi e che ieri non hanno trovato spazio. Tra queste la profonda “E tu lo chiami Dio” che forse, più di altre, ha avuto il merito di far conoscere Finardi anche ai più giovani che l'hanno ascoltata per la prima volta al Festival di Sanremo 2012.

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