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Cronaca

Racket prostituzione: le città marchigiane dove è allarme

Il racket della prostituzione nelle Marche è fenomeno molto radicato. I luoghi critici per il racket

 ANCONA - «Il racket della prostituzione nelle Marche è fenomeno molto radicato specie in zone come Cesano di Senigallia, Porto Santelpidio – Fratte e Bonifica del Tronto. E il nostro è un impegno di liberazione delle ragazze, spesso minorenni e provenienti dall'est, dalle strade, dagli appartamenti». Lo ha detto don Aldo Bonaiuto, volto noto della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha partecipato nei giorni scorsi all’incontro organizzato nei giorni scorsi dal Soroptimist Club Ancona sul tema “Emergenze sociali   e operatività   nel Volontariato cattolico” al quale ha preso parte anche Italo D’Angelo, già capo della Squadra Mobile di Ancona e poi Questore di Pesaro. I due, nel tempo, hanno condiviso l'impegno al contrasto della prostituzione con conseguente recupero e  “liberazione” delle ragazze, come era solito dire don Oreste Benzi.

«Proprio don Benzi - ha spiegato Antonella Daniele, presidente del Soroptimist di Ancona – è stato lo spirito animatore che ha portato don Aldo e D’Angelo a stringere un forte legame nato con la comunione d’intenti e sfociato in una salda amicizia». Nelle Marche ci sono una decina di case rifugio, di cui una gestita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. «Ma il percorso di recupero di una vita serena è molto spesso difficilissimo a causa dei terribili traumi subiti dalle giovani. Una schiavitù che esiste anche qui in Italia – ha evidenziato don Aldo – e porta a riflettere anche su altri tipi di disagio che sorgono anche quando laddove le persone sembrano avere tutto da un punto di vista materiale e invece si scoprono altre solitudini, in particolare nei giovani che si ritrovano nelle comunità terapeutiche, che hanno bisogno di essere ascoltate e di sentirsi amate».

Sono circa 500 case famiglia sostenute dalla stessa Comunità Papa Giovanni XXIII. Da parte sua D'Angelo ha ricordato la proficua attività di polizia posta in essere, collaborando anche con l’azione di apostolato cattolico di Don Buonaiuto, che in particolare un'estate degli anni ‘90 ha consentito di portare via dalle strade delle Marche, 70 ragazze sottolineando l'importanza che assume, da un punto di vista investigativo, la presenza anche di una sola ragazza pronta a denunciare. E ha parlato della povertà umana sulle strade, parlando dei "clienti", che, con l’andare del tempo, non si facevano più scoraggiare neppure dalla presenza delle forze dell'ordine. Un aiuto alle persone che oggi D'Angelo declina anche nel suo impegno come commissario dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, raccontato al Soroptimist guardando al sostegno ai più poveri, come agli homeless, alle famiglie colpite dalla guerra in Ucraina, alle stesse popolazioni colpite dall’alluvione del mese di settembre 2022.

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