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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Maltempo: Legambiente propone alle istituzioni un "patto per il territorio"

"La manutenzione è la vera opera pubblica di cui abbiamo bisogno; stop al consumo di suolo e istituzione del vincolo inedificabilità assoluta della costa, prevenzione e cura dei corsi d'acqua le azioni principali"

La manutenzione del territorio si conferma la vera grande esigenza per le Marche. Secondo i dati dello studio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Unione Province d’Italia, infatti, sono 236 i comuni marchigiani classificati a rischio idrogeologico, il 99%, di cui 124 a rischio frana, 1 a rischio alluvione e 111 a rischio frane e alluvioni. Inoltre, la trasformazione del paesaggio costiero marchigiano ha conosciuto negli ultimi decenni un’ascesa costante ed inesorabile: dei suoi 180 km di lunghezza, da Gabicce Mare a San Benedetto del Tronto, le Marche contano ben 98 km di costa oramai trasformati a usi urbani e infrastrutturali, circa il 60% dei paesaggi costieri. In questo quadro i cambiamenti climatici amplificano le conseguenze del maltempo che ha interessato la Regione nei giorni scorsi.

“Un’alleanza che coinvolga tutti i soggetti interessati per programmare in tempo gli interventi di prevenzione e difesa da frane ed esondazioni; questo proponiamo a tutte le istituzioni come urgenza e priorità per il nostro territorio - commenta Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche-. La vera sfida, pur consapevoli delle difficoltà economiche del momento, è il superamento della cultura degli interventi in emergenza, tentando di impostare una gestione organica del suolo in tutti i suoi aspetti, urbanistici, ambientali e sociali, per arrivare ad una cultura della prevenzione. È questa la vera grande opera pubblica di cui il nostro territorio ha bisogno per generare innanzitutto sicurezza e difesa dei cittadini ma anche sana e buona economia locale, fatta di tanti e piccoli interventi a partire dal coinvolgimento degli agricoltori, vero presidio del territorio”.

La gestione del territorio, la pianificazione e l’attività di prevenzione sono obiettivi raggiungibili e quanto mai necessari nell’interesse di tutti, a partire dai comuni a cui Legambiente chiede di stipulare un vero e proprio “patto per il territorio”. Un impegno comune per applicare una seria politica di prevenzione che Legambiente ha sintetizzato in alcune proposte di intervento, prioritarie per una concreta azione di mitigazione del rischio.

Istituzione del vincolo di inedificabilità assoluta della costa e fermare il consumo di suolo. Prevedere un vincolo di inedificabilità per le aree costiere ancora libere da edificazione e comprese in una fascia della profondità di un chilometro dalla linea di battigia oltre che porre un limite al consumo di suolo su tutto il territorio.

Delocalizzare i beni esposti a frane e alluvioni. Attuare interventi di delocalizzazione degli edifici, delle strutture e delle attività presenti nelle aree a rischio, rappresenta una delle soluzioni apparentemente più difficili da percorrere, ma risolutive ed economicamente convenienti.

Adeguare lo sviluppo territoriale alle mappe del rischio. Intervento necessario per evitare la costruzione nelle aree a rischio di strutture residenziali o produttive e per garantire che le modalità di costruzione degli edifici tengano conto del livello e della tipologia di rischio presente sul territorio.

Ridare spazio alla natura. Restituire al territorio lo spazio necessario per i corsi d’acqua, le aree per permettere un’esondazione diffusa ma controllata, creare e rispettare le “fasce di pertinenza fluviale”, adottando come principale strumento di difesa il corretto uso del suolo.

Torrenti e fiumare, sorvegliati speciali. Rivolgere una particolare attenzione all’immenso reticolo di corsi d’acqua minori, visti gli ultimi avvenimenti in cui proprio in prossimità di fiumare e torrenti si sono verificati gli eventi peggiori.

Avere cura del territorio. Attuare una manutenzione ordinaria del territorio che non sia sinonimo di artificializzazione e squilibrio delle dinamiche naturali dei versanti o dei corsi d’acqua. Una corretta manutenzione deve prevedere interventi mirati e localizzati dove realmente utili e rispettosi degli aspetti ambientali.

Prevenzione degli incendi. In molti casi il disboscamento dei versanti causato dagli incendi può aggravare maggiormente il rischio di frana di un versante, oltre che avere un notevole impatto ambientale. Per questo è urgente attuare una serie di interventi per ridurre il fenomeno.

Convivere con il rischio. Applicare una politica attiva di “convivenza con il rischio” con sistemi di allerta, previsione delle piene e piani di protezione civile aggiornati, testati e conosciuti dalla popolazione.

Lotta agli illeciti ambientali. Rafforzare le attività di controllo e monitoraggio del territorio per contrastare illegalità come le captazioni abusive di acqua, l’estrazione illegale di inerti e l’abusivismo edilizio.

Gestire le piogge in città. Bastano eventi piovosi non straordinari per causare allagamenti e provocare danni rilevanti. Allagamenti che purtroppo causano a volte anche delle vittime. Per questo la gestione delle acque di pioggia è uno dei grandi problemi ambientali anche in città.

COMUNI A RISCHIO IDROGEOLOGICO NELLE MARCHE

Regione

Provincia

Frana

Alluvione

Frana e alluvione

Totale

% totale comuni

Marche

124

1

111

236

99%

AN

22

0

27

49

100%

AP

13

0

19

32

97%

FM

23

0

15

38

95%

MC

38

0

19

57

100%

PU

28

1

31

60

100%

Fonte: Report 2003 - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Unione Province d’Italia

Elaborazione: Legambiente

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