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Cronaca

Quando il medico arriva dal cielo, dalla chiamata al decollo: come si lavora nell’elisoccorso 

Sono stati oltre 1.200 gli interventi del servizio di elisoccorso del 118. Inaugurata la nuova base all'aeroporto di Falconara. Dentro le giornate di "Icaro"

ANCONA - E’la casa di “Icaro”, nome in codice dell’eliambulanza del 118, ma anche quella del suo personale. La nuova base Hems (Helicopter Emergency Medical Service) all’aeroporto di Falconara è stata inaugurata questa mattina. Un grande hangar per il ricovero e le riparazioni dell’elicottero, ma con alloggi per il personale in turno. 

La base

Una base nel vero senso della parola, perché dispone di tutte le apparecchiature tecniche e di sicurezza di un aeroporto strategico per il centro Italia come il “Sanzio”. «Abbiamo anche l’elisuperficie di Torrette- spiega il direttore amministrativo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Marche, Antonello Maraldo- ma la differenza è che là gli elicotteri possono atterrare senza stazionare a lungo, viste le dimensioni dei mezzi (non possono coesisterne due nella stessa area, ndr) e la sicurezza legata agli impianti per la costruzione del nuovo Salesi. E’stato assolutamente necessario trovare questa soluzione alternativa». 

Marche e Umbria 

Le basi di Ancona e Fabriano, spiega il direttore del servizio elisoccorso, Giampiero Marinelli, servono sia le Marche che l’Umbria. Il team è composto da operatori sanitari forniti dall’ospedale e dalla centrale operativa del 118: 15 anestesisti e 20 infermieri. Poi c’è il personale aeronautico con il pilota e il tecnico. La base fabrianese, a cui fa capo anche il servizio per l’Umbria, ha anche un tecnico di soccorso alpino per l’attività di soccorso in ambienti ostili. «Il servizio vorremmo allargarlo e potenziarlo con altre regioni, credo sia un messaggio molto positivo perché il livello di soccorso e tecnologia sono le migliori possibili-ha detto l’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini- la cura per questi pazienti, con il trasporto ad Ancona, è assicurato da un ospedale di secondo livello come Torrette». 

Gli interventi 

Nel 2021 sono stati 1.213 interventi, di cui 988 “primari” (con intervento in loco) e 225 “secondari” (spostamenti concordati da ospedali periferici verso Torrette). «Abbiamo fatto anche delle statistiche, la maggior parte degli interventi primari avviene la mattina tra le 10 e le 13 e poi tra le 16 e le 19- spiega Marinelli- un’altra particolarità sta nel fatto, ad esempio, che di queste centralizzazioni, il 64% ha ricevuto risposte di trattamento intensive e di intervento chirurgico, dato in linea alla media nazionale». 66 sono stati gli interventi in notturna.  

Come si lavora 

Per gli interventi primari, come per un incidente, l’elicottero decolla in 5 minuti dalla richiesta di soccorso: la chiamata della centrale operativa arriva al pilota, che identifica con il gps la località di intervento. Contemporaneamente, il tecnico prepara il velivolo all’esterno dell’hangar e si imbarca il personale sanitario. Da sei mesi c'è una novità: un sistema di verricelli che permette al medico e all'infermiere di essere calati contemporaneamente sul luogo del soccorso. Per gli interventi secondari, si decolla in 15 o 20 minuti. Poco meno di mezz’ora è il tempo necessario per raggiungere la parte centrale dell’Umbria, il nord o il sud delle Marche. In notturna le cose cambiano: i tempi di decollo sono superiori, perché il comandante deve valutare diverse situazioni. In questi casi si atterra in piazzole già identificate, i cosiddetti punti di “randez-vous”, più vicini possibile alla zona di intervento. «In futuro puntiamo a intervenire direttamente sul luogo anche di notte- conclude Marinelli- ma c’è la necessità di formare adeguatamente il personale viste le condizioni differenti». 
 

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