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Cronaca

«Le Marche sono un eldorado», sgominata la holding che inondava la costa di cocaina

Lo sballo estivo di migliaia di vacanzieri era pronto a essere servito. Un giro d'affari che con la vendita al dettaglio che avrebbe fruttato in estate 1 milione di euro al mese

«Il territorio marchigiano è un Eldorado da depredare». Quelle parole, scandite dall’altra parte della cornetta in italiano ma con accento albanese, erano diventate un mantra per il 65enne disabile romagnolo che voleva arrotondare la pensione. Un ex operaio che come corriere incassava circa tremila euro per ogni spola tra la sua Maranello e Rotterdam. Una volta tornato in Italia consegnava panetti da due chili e mezzo di cocaina purissima al “chimico”, un mister x che aveva il compito di tagliare la sostanza e metterla a disposizione del narcotraffico estivo della Val Musone e di ben due riviere: quella del Conero e quella delle Palme. Jesi, Osimo, Numana, Porto Recanati fino a Grottammare.

Lo sballo estivo di migliaia di vacanzieri era pronto a essere servito. Un giro d’affari che con la vendita al dettaglio, secondo i piani dell’organizzazione ricostruiti e raccontati dai carabinieri della Compagnia di Osimo, avrebbe fruttato in estate 1 milione di euro al mese e che da marzo stava prendendo sempre più piede. Negli ultimi mesi infatti, grazie ai chilometri macinati dal 65enne, erano già arrivati in riviera quintali e quintali di coca grezza e i pusher locali, ingaggiati dall’organizzazione madre, l’avrebbero spacciata nei territori di rispettiva competenza. Il 65enne lavorava per una vera e propria holding di cui però non conosceva i dettagli. Riceveva una telefonata, intorno a mezzanotte si metteva al volante della Fiat Croma comprata dall’organizzazione e in 11 ore bruciava senza sosta le strade di Italia, Svizzera, Francia, Lussemburgo e Belgio, fino alle rive del Mare del Nord. Lasciava l’auto nel garage che gli era stato indicato, andava a dormire in hotel finché il telefono non squillava di nuovo in modo anonimo: «La macchina è pronta, ora puoi andare».  A quel punto iniziava il viaggio a ritroso, destinazione Emilia Romagna. Ad attenderlo c’era “il chimico”, che tagliava la droga per poi spedirla nelle Marche. Il 65enne non sapeva mai dove era stata nascosta la sostanza, ma sapeva che era da qualche parte nella carrozzeria. Nessuno del resto avrebbe perquisito a fondo un 65enne con evidenti problemi di mobilità. L’ unica volta che si era fermato, in una stazione di servizio tedesca, era a pochi metri da una pattuglia della polizia. Domenica il tram tram si era ripetuto, ma l’uomo non sapeva di essere tallonato dai carabinieri di Osimo che avevano già accertato quattro viaggi da e per l’Olanda.

Le indagini erano arrivate a lui e ai vertici dell’organizzazione grazie all’arresto del 30 aprile scorso di una coppia di Filottrano. Il ritrovamento di un’agenda con i nomi dei clienti e di diversi numeri telefonici aveva messo gli investigatori sulla pista giusta. Il viaggio del 65enne di ritorno dall’Olanda è quindi terminato la scorsa notte al casello di Modena con i militari del Radiomobile che hanno trovato la droga sotto il sedile posteriore. 2 chili e mezzo avvolti in cellophane. Il fermo, su disposizione del pm Rosario Lioniello, è scattato immediatamente. Fine dei giochi. Poche ore dopo le manette sono scattate anche per la mente criminale, un’albanese 47enne senza fissa dimora che aveva trovato ospitalità a Jesi, in casa di sua figlia. Il blitz è scattato in strada, in via Erbarella, dove l’uomo si trovava al volante della sua Fiat Punto. Nell’abitazione dove aveva soggiornato la notte precedente a Punta Marina Terme (Ravenna) sono stati trovati e sequestrati 10.600 euro in banconote da 50 euro sotto un materasso. «Siamo investiti da droga proveniente dal Nord Europa- ha spiegato in conferenza stampa il comandante della Compagnia di Osimo, Raffaele Conforti- stiamo accertando la natura dei fornitori e potrebbe trattarsi di italiani trapiantanti a Rotterdam. E’ ancora solo una ipotesi, ma se così fosse potrebbe trattarsi di una organizzazione più grossa e forse addirittura di criminalità organizzata».

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