«Togliti dalla strada che devo passare» e gli stacca un dito a morsi
Finisce male la lite tra vicini di casa. Adesso uno è a processo per lesioni aggravate
ANCONA - «Solo un cannibale si comporta in questa maniera. Eccolo come mi ha ridotto un dito, lo ha preso a morsi». E' la testimonianza che un 88enne ha reso oggi in aula al tribunale dorico dove è imputato un suo vicino di casa, per lesioni aggravate. La vicenda risale al 2015 ma solo di recente si è aperto il processo, davanti alla giudice Paola Moscaroli, a carico di un 83enne. Vittima e presunto aggressore vivono a Monte San Vito ed è lì che i fatti si sono svolti, la notte tra il 12 e il 13 di agosto di otto anni fa. Il più anziano quella sera stava tornando a casa, in via delle Fosse Ardeatine, a bordo di un Renge Rover. In auto ci sarebbe stata anche la moglie, seduta sul sedile posteriore. «Ho visto quel signore in mezzo alla strada e che parlava al cellulare – ha raccontato la vittima in aula – gli ho chiesto di spostarsi perché non riuscivo a passare. Lui si è avvicinato, avevo il finestrino aperto e ha mollato un pugno in faccia. Mi ha detto “che c. vuoi?”. Poi mi ha aperto lo sportello e mi ha tirato fuori buttandomi a terra. Ha continuato a colpirmi e mi urlava “a si sta male sotto eh”. A quel punto mia moglie è scesa e ha preso le mie difese per fortuna, me lo ha tolto di dosso e se ne è andato».
L'88enne stava tornando a casa quando si è accorto che non aveva più gli occhiali e una collana d'oro con dei diamanti. «Sono tornato indietro per cercarli – ha continuato nella testimonianza – ma ho incrociato di nuovo il vicino che mi ha aggredito ancora. Mi ha morso un dito e me ne ha staccato un pezzo». L'anziano è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell'ospedale di Jesi dove è stato accompagnato da alcuni amici. Ha riportato anche un taglio all'arcata sopraccigliare. Sui fatti ha sporto poi denuncia ai carabinieri. I due vicini di casa si sarebbero conosciuti solo di vista. L'imputato, difeso dall'avvocato Sabrina Sartini, ha dato un'altra versione dei fatti. Sentito anche lui in aula ha detto «sono stato io ad essere stato aggredito, io mi ero tolto dalla strada per farlo passare ma lui è sceso dall'auto e mi ha buttato a terra, poi c'è stata una colluttazione». Secondo l'83enne il dito non sarebbe stato morso da lui ma la vittima se lo è incastrato nella portiera dell'auto da solo. Il 6 aprile si terrà la discussione e la sentenza.