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Semaforo verde dal Tar, riapre la discoteca di Marina Dorica: «Una liberazione»

Esulta il titolare del Rio Club, accolta la richiesta di sospensiva contro la chiusura disposta dalla questura. Per i legali, nessun collegamento con la morte della steward irlandese annegata

Riapre la discoteca di Marina Dorica: è salva, almeno in parte, la ricca programmazione di dicembre, con 13 serate in programma da qui a Capodanno. Il via libera è arrivato dal Tar, a cui Nicolas Mobili, uno dei due soci del Rio Club (questo il nome dell’ex Sui, che ha cambiato gestione a ottobre) assistito dagli avvocati Maurizio Miranda e Federica Battistoni, aveva fatto ricorso d’urgenza contro il provvedimento con cui il questore, lo scorso 4 dicembre, aveva notificato la chiusura forzata del locale per 20 giorni.

La tragedia 

Un provvedimento, in applicazione all’articolo 100 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) adottato dopo la morte di Mairead Breffni O’Connor, la steward irlandese di 30 anni affogata dopo essere scivolata dalla passerella di un mega yacht attraccato nello spazio d’acqua antistante il cantiere Isa-Palumbo, nella notte tra il 22 e il 23 novembre. La ragazza aveva trascorso la serata nella discoteca e poi, attorno alle 2,15, era tornata da sola allo yacht: era ubriaca, secondo gli investigatori della Squadra Mobile, per questo perse l’equilibrio e cadde in mare. Per la questura, al bar del Rio Club avevano continuato a servire drink all’irlandese, «in modo incontrollato ed illecito», nonostante fosse già ubriaca: di qui il provvedimento di chiusura forzata. 

Il ricorso al Tar 

I legali si sono appellati al Tar con una richiesta di sospensiva, «ritenendo illegittimo il provvedimento e contestando la ricostruzione dei fatti e l’irragionevolezza della chiusura»: hanno allegato immagini e un video ripresi dal fotografo della serata, oltre alle testimonianze di clienti e dei dipendenti, in particolare del barista che ha parlato a lungo con la trentenne. «Le immagini ritraggono la povera O’Connor poco prima del tragico evento in un contegno assolutamente normale che non lasciava presagire, né poteva far apprezzare al barman, uno stato di alterazione per effetto dell’alcol o una sua incapacità al controllo delle proprie azioni - spiegano i legali -, circostanze che, se effettivamente visibili, avrebbero imposto condotte prudenziali a carico del personale della discoteca». Il Tar ha accolto l’istanza cautelare provvisoria, «ritenendo che la relazione ipotizzata dalla Questura, da noi contestata mediante un’attenta ricostruzione dei fatti - aggiungono i legali - sia ancora in fase di accertamento da parte della Polizia Giudiziaria e che allo stato attuale appare doveroso prevenire il maturarsi di pregiudizi irreversibili in danno della società». Il Tar ha valutato sia il danno gravissimo e irreparabile che sarebbe stato causato al Rio Club, a seguito della chiusura per 20 giorni, sia l’assenza di precedenti a carico del locale, sia la sua adesione al protocollo d’intesa territoriale in materia di sicurezza delle discoteche, firmato il 16 giugno scorso. Di qui il decreto di sospensione del provvedimento del questore.

E ora si riparte

«E' una liberazione. Per noi è stato un trauma, ho passato notti in bianco, è stata una grande perdita d’immagine per un locale che punta al divertimento sano e per questo ha ideato le feste della domenica pomeriggio dedicate ai minorenni, senza alcol» spiega uno dei soci, Nicolas Mobili che, dopo 5 serate annullate e 10 giorni di stop, ora può riprendere la lunga programmazione invernale: si riparte da sabato 14 con un party latino a ingresso libero per tutti fino all’una. La prossima udienza al Tar è fissata per l’8 gennaio: il collegio potrà decidere se confermare la decisione del presidente del tribunale amministrativo per le Marche o far scontare i residui 10 giorni di chiusura ordinati dal questore. 

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