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Cronaca Senigallia

Un gruppo facebook per chiedere giustizia, il legale: «Biglietti venduti a scuola»

I genitori di chi ha rischiato la vita, ma anche gli stessi ragazzi, si sono riuniti in un gruppo. Il loro legale denuncia un sistema di vendita dei tagliandi nelle scuole

Una comunità virtuale per chiedere verità e giustizia su quanto accaduto alla Lanterna Azzurra. I genitori dei ragazzi coinvolti nella tragedia della discoteca di Corinaldo si sono riuniti nel gruppo Facebook “Giustizia per le vittime della Lanterna Azzurra”, che in tre giorni ha messo insieme 849 membri. Tra di loro ci sono le madri e i padri di chi nha rischiato la vita ma anche gli stessi ragazzi che quella sera erano nel locale in attesa del trapper Sfera Ebbasta. A farsi portavoce della rappresentanza è l’avvocato Corrado Canafoglia: «Stanno arrivando tantissime adesioni e anche informazioni importanti per la procura, ad esempio che nell’immediatezza dei fatti sono stati i ragazzi stessi a prestare soccorso ai feriti e a chi stava purtroppo morendo. I ragazzi ci raccontano anche che una delle porte era chiusa e non potevano fuggire, un’altra aveva un’anta chiusa e quindi i ragazzi sono andati verso un’uscita che si è rivelata mortale. Stiamo raccogliendo tanti racconti e informazioni e presenteremo un primo esposto ai magistrati, poi sarà compito loro accertare la verità». Testimonianze, secondo il legale, arrivano anche sulla distribuzione dei biglietti per l'evento di Sfera Ebbasta: «Da quello che i ragazzi ci stanno raccontando esisteva un sistema di pr che in realtà erano minorenni a cui veniva data la possibilità di vendere biglietti nelle scuole di Senigallia e di Fano. Quando questi tagliandi venivano portati alla cassa venivano cambiati con delle green card per le consumazioni. Questo è molto grave, perché non ci consente di ricostruire in maniera certa quante persone erano lì». Secondo Canafoglia, che riporta ancora la versione di alcuni giovani, erano stati stampati circa 6.000 biglietti da prevendita: «Stiamo verificando alcune fonti per capire quale era il numero di partenza esatto e siamo molto lontani dal numero indicato dal gestore. Abbiamo dati ancora più pesanti e questa è la cosa che fa più male». Il legale punta l’attenzione anche e soprattutto sulla questione delle autorizzazioni rilasciate al locale dal punto di vista della sicurezza: «Basta guardare quello che è successo, l’uscita di sicurezza è stata una trappola». 

Sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons, che ha già presentato una formale costituzione di parte offesa nell’inchiesta aperta dalla Procura di Ancona insieme alle richieste di accesso agli atti. “Il problema del numero dei biglietti venduti in eccesso rispetto alla capienza del locale è del tutto marginale e relativa – spiega il presidente Carlo Rienzi – Anche se ci fosse stata la metà di pubblico all’interno della discoteca, è di tutta evidenza che il ponticello teatro della tragedia non avrebbe potuto reggere un peso eccessivo e sarebbe crollato in ogni caso. Per questo chiediamo oggi alla Procura di Ancona di incriminare i soggetti che hanno ritenuto idoneo collocare l’uscita di emergenza sul ponte, e procedere nei loro confronti per il dolo eventuale, fattispecie che si attribuisce a chi si mette in condizione di realizzare un reato quasi volontariamente e aggrava la posizione dei responsabili i quali, diversamente, sarebbero tutti assolti o godrebbero della prescrizione in pochi anni”.

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