Secondo lavoro in nero, evasi 550mila euro: 4 dipendenti pubblici nei guai
Tre infermieri dipendenti da un istituto di cura statale lavoravano anche in nero presso una casa di riposo privata anconetana, mentre un dipendente pubblico aveva una fiorente attività commerciale online
Conclusa dalle Fiamme Gialle di Ancona, in collaborazione con il Nucleo Speciale Pubblica Amministrazione della Guardia di Finanza di Roma e su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, un’attività investigativa che ha portato alla luce una frode a danno dell’Erario commessa da 4 dipendenti pubblici, i quali, esercitando attività di lavoro in nero, hanno omesso di dichiarare al fisco redditi pari a circa 550mila euro.
In un caso, i Finanzieri hanno individuato 3 infermieri dipendenti da un istituto di cura statale che, dopo l’orario di lavoro, svolgevano la propria opera in nero presso una casa di riposo privata anconetana.
La condotta infedele dei dipendenti sanitari è stata scoperta nell’ambito degli approfondimenti connessi ad una verifica fiscale nei confronti di un’agenzia di assistenza domiciliare e ospedaliera, sospettata di aver emesso fatture false nei confronti della casa di riposo privata. In tale contesto, l’esame della documentazione ha consentito di accertare il coinvolgimento dei dipendenti pubblici che, abusivamente, mettevano a disposizione dei privati la propria professionalità, omettendo di dichiarare al fisco compensi ammontanti a circa 400mila euro. Alla casa di cura privata, che ha beneficiato illecitamente delle prestazioni degli infermieri, è stata inflitta una sanzione pecuniaria di oltre 400mila euro per violazione alla disciplina prevista dal Testo Unico sul Pubblico Impiego (D.Lgs. 165/2001).
Nell’altro caso, invece, è stato scovato un dipendente pubblico che, al di fuori dall’orario di lavoro, svolgeva abusivamente attività di commercio di prodotti informatici su Ebay.
Ad incastrare il soggetto sono stati gli esperti informatici della Guardia di Finanza, che sono riusciti a ricostruire analiticamente tutte le somme incassate a fronte delle oltre mille spedizioni effettuate. All’uomo è stato contestato il commercio abusivo on-line di materiale informatico e la totale evasione delle imposte per ricavi non dichiarati pari a circa 150mila euro.
L’indebita attività svolta dai dipendenti pubblici sarà segnalata alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Ancona nonché alle rispettive amministrazioni di competenza, per il recupero dei compensi percepiti.