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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Senigallia

Dipendenti in nero e niente piano di emergenza: chiuso laboratorio per il confezionamento di abiti

Il personale della Polizia, Vigili del Fuoco e Ispettorato del Lavoro è impegnato in una massiccia operazione di contrasto al lavoro nero, immigrazione clandestina sicurezza nei luoghi di lavoro. I controlli sul territorio hanno portato a sanzionare un laboratorio nella zona di Senigallia

SENIGALLIA - Tre dipendenti in nero, niente piano di emergenza e di evacuazione, e macchinari non conformi. Il controllo congiunto di Polizia, Vigili del Fuoco e Ispettorato del Lavoro ha disposto la chiusura di un laboratorio per confezionamento abiti, gestito da cittadini di origine cinese, lungo la statale adriatica tra Senigallia e Montemarciano. E per le irregolarità riscontrate sono stati commissionate sanzioni per un ammontare complessivo di circa 16 mila euro. 

L’operazione

La scorsa settimana è stata realizzata una coordinata attività di contrasto  all’immigrazione clandestina e allo sfruttamento di lavoratori irregolari, nonché di verifica sula sicurezza dei luoghi di lavoro da parte degli uomini della Polizia di Stato di Senigallia unitamente ai Vigili del Fuoco di Ancona e Ispettorato Territoriale del Lavoro Comando Provinciale di Ancona. Nel mirino il laboratorio per il confezionamento di abiti dove sono risultati senza regolare contratto tre dipendenti, anche loro di origine cinese. Pertanto le forze dell’ordine hanno provveduto ad applicare la maxisanzione per i lavoratori non in regola per un importo di 5.400 euro. Inoltre gli accertamenti connessi al superamento della soglia massima di dipendenti non in regola (10%) hanno portato all’emanazione del provvedimento di sospensione dell’attività. Per ottenere la revoca del provvedimento i titolari del laboratorio dovranno regolarizzare la posizione dei lavoratori e pagare la somma di 2.500 euro. Ma non è tutto. Perchè le divise hanno riscontrato anche importanti violazioni in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, infatti è stata accertata la mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi e del piano di emergenza e di evacuazione, e quindi anche la mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile. Motivi questi che, uniti ai precedenti, per il ripristino delle regolari condizioni di lavoro occorre pagare una somma aggiuntiva di 8 mila euro. E come se non bastasse sono state riscontrate anche non conformità delle macchine utilizzate per le lavorazioni e la mancata adozione di misure tecniche e organizzative, nonché manutentive, per ridurre i rischi elettrici. Violazioni di natura penale che potranno essere archiviate se si procederà con la rimozione delle condizioni pericolose e con il pagamento delle sanzioni amministrative.

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