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Cronaca

Orari diversi senza il consenso della dipendente, lei protesta e l'azienda la caccia dal negozio

L’intervento del sindacato è stato immediato interpellando anche l’Ispettorato del lavoro ma l’azienda ha continuato ad imporre alla dipendente un orario diverso da quello previsto con un utilizzo improprio e non consensuale della flessibilità

«Cacciata, anche oggi, dal luogo di lavoro per l’esercizio dei suoi diritti». E’ il caso di una dipendente di un negozio all’interno del “Maestrale”, il centro commerciale di Senigallia, alla quale l’azienda ha chiesto di rispettare orari diversi da quelli sottoscritti, tra l’altro applicando un contratto nazionale pirata. «Non è la prima volta che la lavoratrice viene cacciata in questo modo». E’ quanto denuncia la Filcams Cgil di Ancona sottolineando che si tratta di un comportamento illegittimo. «Alla lavoratrice, assunta nel 2012, è stato imposto un diverso orario di lavoro senza il suo coinvolgimento e la sua autorizzazione – spiega Sara Dominella, segreteria provinciale Filcams Cgil di Ancona -: questo atteggiamento è illegittimo poiché la lavoratrice non ha mai espresso il proprio consenso».

L’intervento del sindacato è stato immediato interpellando anche l’Ispettorato del lavoro ma l’azienda ha continuato ad imporre alla dipendente un orario diverso da quello previsto con un utilizzo improprio e non consensuale della flessibilità, istituto che, invece, va concordato e retribuito. «Per questo motivo, la lavoratrice – prosegue Dominella – è stata cacciata più volte dal luogo di lavoro. Non solo: l’azienda sta applicando, dal 2014, un contratto peggiorativo a livello economico dove neanche si prevede il riconoscimento della 14esima».

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