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Cronaca

Delitto di Collemarino, gli appunti sequestrati: li ha scritti Luca Giustini

Se fino a ieri c'erano dei margini di dubbio, oggi sono stati fugati dai risultati della perizia calligrafica che non mente: quegli appunti ripetuti con ossessione sono della mano di Giustini

Non ci sono dubbi. A scrivere quelle frasi sul quadernone trovato in macchina dagli agenti della scientifica, è stato proprio Luca Giustini, il 34enne di Collemarino che lo scorso 17 agosto ha massacrato la figlia di appena un anno e mezzo con una trentina di coltellate ( di cui 5 mortali). A confermare il sospetto degli inquirenti è stata la perizia calligrafica, capace di determinare in maniera scientifica se quella grafia fosse effettivamente il frutto del polso del macchinista di Trenitalia. Il responso è arrivato sulla scrivania del pm titolare dell’indagine Andrea Laurino: è proprio Giustini ad aver scritto quelle frasi sconnesse e deliranti. Righe in cui si legge di un «disegno di Dio» e di un «progetto di nostro Signore». Pagine e pagine senza che emerga mai un discorso organico. Solo una serie di appunti-spot lontani anni luce dalla realtà. Pezzi della fragile mente del giovane anconetano, quasi bisognoso di sfogare con la scrittura il tormento di quelle “voci”. Le stesse che alla fine lo hanno indotto ad uccidere lei, la figlioletta tanto amata, al punto da tatuarsi il suo nome sull’avambraccio destro. 

POSSIBILI SCENARI. Per la procura di Ancona ormai non ci sono più margini di dubbio: è Luca Giustini il responsabile dell’infanticidio che la scorsa estate ha sconvolto l’intero capoluogo. Ma per chiudere il caso senza lasciar fuori nemmeno uno spillo mancano due elementi, i più importanti: la perizia psichiatrica (consulenza tecnica) e quella tossicologica, entrambe redatte da Renato Ariatti. Analisi fondamentali per capire lo stato di salute dell’indagato, su cui ci vogliono vedere chiaro anche gli avvocati difensori Mario e Alessandro Scaloni, che hanno scelto Marco Ricci Messori come consulente di parte. Mentre la famiglia della moglie, rappresentata dall'avvocato Maila Catani, si è messa nelle mani del famoso Alessandro Meluzzi. Fatto sta che ora si aprono 3 scenari. Primo: Giustini è capace di intendere e di volere. Allora il pm chiuderà il fascicolo e chiederà che venga processato. Secondo: è seminfermo di mente. In questo caso la condizione psichiatrica è solo un’attenuante per la pubblica accusa, per cui si procederà con la richiesta di rinvio a giudizio. Terzo: Giustini è totalmente incapace di intendere e di volere. In tal caso il 34enne non potrà essere condannato e il pm chiederebbe l’archiviazione del caso. A meno che, nonostante la totale infermità mentale, non venisse riconosciuto socialmente pericolo. A quel punto il pm procederebbe con la chiusura delle indagini preliminari e procederebbe per chiedere una forma di detenzione alternativa al carcere: Opg (Ospedale psichiatrico giudiziario) o casa di cura.

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