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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Nessuno parla davanti al giudice, salvo un imprenditore: «Varianti necessarie, progetti incompleti»

Uno ha risposto, mentre tutti gli altri si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia per i 5 arresti nell’ambito dell’inchiesta di Corruzione al Comune di Ancona

Duca, Tittarelli, Molini, ma soprattutto il geometra Simone Bonci. Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip stamattina, in sede di interrogatorio di garanzia per i 5 arresti nell’ambito dell’inchiesta di Corruzione al Comune di Ancona. Dunque Bonci, difeso dagli avvocati Riccardo Leonardi e Lorenza Marasca, non ha risposto alle domande del giudice Sonia Piermartini, come anche l’imprenditore Marco Duca, difeso dall’avvocato Antonella Scortichini.

Tittarelli respinge la corruzione: «No c’è traccia di un accordo»

Non ha risposto al giudice Francesco Tittarelli, per una scelta difensiva dell’avvocato Ennio Tomassoni che vuole prima visionare tutte le carte  del procedimento e si prepara a fare già ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la modifica della misura di custodia cautelare. «Respingiamo ogni accusa di corruzione perché, stando alla ordinanza di custodia cautelare, non c’è un punto in cui Tittarelli si accorda con qualcuno, anzi appare chiaro come sia il geometra a decidere che sarà il mio assistito a fare dei lavori ancor prima di parlarci. In alcuni casi Tittarelli anche dei dubbi».

Molini ricorre al Riesame

Neppure Molini ha risposto alle domande del Gip, sempre per una scelta della difesa, curata dall’avvocato Tommaso Rossi, che più avanti sicuramente consegnerà alla Procura delle memorie difensive per spiegare nel dettaglio la posizione del suo cliente. Per ora rigettata ogni accusa di corruzione, anche perché «Molini non ha mai guadagnato una lira a parte i regolari contratti di appalto. Ha atto tutti i lavori che doveva fare senza prendere alcuna tangente». 

Palumbi risponde al giudice e rigetta ogni accusa: «Quelle varianti servivano e ho fatto tutti i lavori commissionati»

E’ pronto a dimostrare che quelle varianti erano necessarie, di aver eseguito tutti i lavori che gli erano stati commissionati senza aver mai preso un euro in più del dovuto. «Ha chiarito la sua posizione che, come risulta dall’ordinanza è secondaria perché si tratta di un solo lavoro portato avanti tra mille difficoltà - ha detto l’avvocato Gennaro Lettieri - Riteniamo che non ci sono elementi eclatanti di responsabilità. Il mio cliente non è un corruttore, si è trovato in una situazione particolare per cui doveva concludere dei lavori in un tempo molto rapito e soprattutto con un progetto edile assolutamente incompleto, errato e da correggere». Ma la difesa è convinta che la Procura abbia preso un granchio perché l’impianto accusatorio si reggerebbe interamente su un elemento: il ribasso. «E quel ribasso era di una percentuale perfettamente in linea con le altre ditte, visto che c’è chi ha offerto una quota più alta del mio dello 0,1%, partecipando ad una procedura di gara impossibile da manipolare. Quindi nessuna corruzione».

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