Terremoto corruzione in Comune, arrestati 4 imprenditori e indagati 4 assessori
Ci sono in tutto 5 arresti e 30 indagati nell’inchiesta sulla corruzione nel Comune di Ancona, dove oggi gli agenti della Squadra Mobile di Ancona hanno arrestato 5 persone
Ci sono in tutto 5 arresti e 30 indagati nell’inchiesta sulla corruzione nel Comune di Ancona, dove oggi gli agenti della Squadra Mobile di Ancona, guidati dal capo Carlo Pinto insieme alla sezione giudiziaria della Polizia Municipale del maggiore Marco Ivano Caglioti, hanno arrestato il geometra Simone Bonci, della Direzione manutenzioni frana e protezione civile, colpito da una misura di custodia cautelare in carcere con l’accusa di corruzione. Agli arresti domiciliari i 4 imprenditori, accusati di aver corrotto il funzionario comunale per aggiudicarsi gli appalti: sono Marco Duca, 53 anni di Cupramontana, titolare dell’impresa Duca Marco & C.; il geometra Carlo Palumbi, 66 anni di Val Vomano (Teramo) e titolare della Procaccia & C. Srl Impresa Edile; Francesco Tittarelli, 69 anni di Ancona, titolare della Tittarelli Francesco & C. Sas con sede a Montesicuro; Tarcisio Molini, 65 anni della ditta Mafalda Costruzioni Srl di Cingoli.
Ma trema anche la politica con l’iscrizione nel registro degli indagati di 4 assessori, accusati a vario titolo di turbativa d’asta, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio e truffa. Nessuno degli assessori ha mai corrotto o è mai stato corrotto, infatti sono indagati per delle semplici omissioni. In pratica avrebbero dovuto informare o rendere pubbliche informazioni che invece sarebbero state taciute. In particolare l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Manarini è accusato di truffa, turbativa d’asta e abuso d’ufficio per fatti direttamente collegati a quelli al centro dell'inchiesta riguardante la realizzazione dei laghetti del Passetto. Insieme a lui c’è il vicesindaco Pierpaolo Sediari, accusato di turbativa d’asta. Poi ci sono Paolo Marasca e Stefano Foresi, indagati per omissione di atto d’ufficio perché, sempre secondo gli inquirenti, avrebbero dovuto rivelare informazioni riguardanti la pubblica sicurezza di alcuni stabili e lo hanno omesso nelle relative documentazioni per non dover effettuare dei lavori, che avrebbero richiesto risorse economiche e un rallentamento dell’attività politica della Giunta.
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