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Cronaca Senigallia

Grazie privati, il Rotaract rifornisce l’ospedale di Senigallia: «I medici lavorano in sicurezza»

Circa la metà dei fondi raccolti dal Rotaract, in sinergia con Comune e Rotary, hanno rifornito l'ospedale di Senigallia di dispositivi di sicurezza. Altri stanno arrivando

«Grazie al nostro impegno, in sinergia con Rotary e Comune, l’ospedale di Senigallia sta lavorando in massima sicurezza».  A parlare è Luigi Verdini, presidente del Rotaract di Senigallia, che spiega di aver già speso oltre 23.000 euro (quasi la metà di quanto raccolto tra donazioni GoFoundMe e bonifici) per acquistare dispositivi di protezione per medici, infermieri e personale sanitario. E’ così da due mesi, spiega lo stesso Verdini, anche se è recente l’immagine delle buste per i rifiuti indossate dagli infermieri come calzari: «Ci sono state queste situazioni difficili come oggettivamente è stato dimostrato- dice il presidente- ma sono legate a condizioni di emergenza mai vista prima e che attraversano tutti gli ospedali del mondo. Avevo chiamato un fornitore di Roma, ma i dispositivi erano esauriti. A Milano invece mi hanno risposto che rifornivano solo gli ospedali locali». Ora però le scorte sono tornate: «Stamattina erano in consegna 300 tute tnt e 4.000 manicotti, domani arriveranno 2.000 copritesta- spiega Verdini- forse non i privati a dover sostenere gli ospedali pubblici, ma questo è quello che sta succedendo e i nostri aiuti si stanno rivelando risolutivi. L’ ospedale di Senigallia è in condizione di poter programmare il lavoro in sicurezza almeno fino a fine mese». 

Tramite GoFoundMe e bonifici diretti il Rotaract, con Comune e Rotary, ha raccolto circa 45.000 euro. Ad oggi ne sono stati spesi 23.443 per acquistare 95 visiere, 600 tute in tnt, camici e cuffie monouso e guanti in nitrile. «Dopo l’emergenza dei sacchi ai piedi abbiamo preso una partita di 5.400 sovrascarpe – continua Verdini- oltre a 8.000 manicotti, 6 carrelli in acciaio inox per le terapie intensive, 1.000 mascherine chirurgiche, 40 polsimetri e 40 termometri». La somma ha permesso di acquistare anche apparecchi di comunicazione radio per gli operatori del 118 e 200 mascherine FFp3. Alcune mascherine arrivano direttamente dalla Cina grazie a un contatto diretto dello stesso Verdini: «Ho un cliente e amico che ha un’azienda a Jesi e vuole far arrivare le mascherine per 300 dipendenti quindi gli ho chiesto se ne ordinava 1.000 anche per me in modo da poterle poi girare all’ospedale. Non solo c’è una fornitura- conclude il presidente Rotaract- ma anche una programmazione». 
 

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