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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Fase-3, l'Ordine dei Medici: «Investire di più sulle professionalità e sulla formazione»

Il presidente Fulvio Borromei sottolinea le criticità del servizio sanitario dovute ad una progressiva opera di disinvestimento: «Puntare sulla classe medica»

«Sono costati cari i progressivi disinvestimenti sulla sanità, come dimostrato dall'emergenza pandemica di questo inizio 2020». A ribadirlo è Fulvio Borromei, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Ancona. «E’ giunto il momento di parlare della fase 3 per questa pandemia che ha denunciato criticità evidenti nel sistema dei servizi sanitari, nazionali e regionali, frutto dei mancati investimenti degli ultimi decenni. Un'operazione che sconta politiche di razionalizzazione basate sui parametri della ragioneria, piuttosto che su quelli della salute, della riduzione della spesa, in onore a politiche europee e nazionali di esclusivo contenimento. La vera parola d'ordine di questi anni è stata disinvestire e le conseguenze si sono viste, dal calo di posti letto a quello del personale sanitario, sino al sovraccarico di lavoro per i medici, i veri pilastri del Ssn e prima linea contro la diffusione del Coronavirus. Voglio quindi ringraziare sentitamente le colleghe, i colleghi e tutto il personale sanitario che ha lavorato incessantemente in questi mesi prendendosi cura dei pazienti, salvando vite ma anche creando una nuova significativa alleanza tra le professioni sanitarie, patrimonio che non va disperso». 

Secondo Borromei è necessario riconoscere concretamente il grande contributo che i medici hanno dato al Paese «permettendo loro di esercitare in un habitat lavorativo adeguato, eliminando le incombenze che rubano il tempo clinico, ma anche rinnovando i contratti e le convenzioni». Senza dimenticare la formazione: «Negli anni è mancato un ricambio generazionale graduale, una volta andati in pensione i senior. I medici più esperti avrebbero potuto invece svolgere un'importante attività di tutor verso i più giovani, assunti in maniera inadeguata. Le istituzioni dovranno presto pensare ad un progetto calibrato sui giovani medici, gli specializzandi, i borsisti di ogni branca, prevedendo ad esempio tante borse specialistiche, in tutti i settori, quanti sono i laureati in Medicina e Chirurgia. Questa sì, una vera parola d'ordine che non è stata ben compresa. Anche i medici più giovani hanno partecipato alla dura battaglia contro il Covid 19 e questo va loro riconosciuto fattivamente». 

Premiare i giovani camici bianchi, secondo Borromei, è importante anche per prepararsi ad un eventuale ritorno del contagio, per il quale occorre, in termini generali, «dotare tutti i medici di dispositivi di protezione adeguati. Gli stessi medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, la medicina del territorio in generale, devono poter essere attrezzati, anche con la nuova tecnologia da usare a casa del paziente, per compiere al meglio le visite e poter utilizzare sia gli strumenti terapeutici, come la prescrizione di farmaci appropriati, sia quelli diagnostici, come la prescrizione di esami validati, di tamponi, quando si rendono necessari, permettendo una più precisa mappatura del contagio. La conoscenza del paziente da parte dei medici di famiglia è una risorsa che non possiamo disperdere». Nella cosiddetta fase-3 un ruolo determinante sarà svolto dai vaccini antinfluenzali «da somministrare in larga scala per tutelare i cittadini e per consentire ai medici di effettuare diagnosi differenziate». L'Omceo di Ancona lancia quindi una sfida sul terreno della politica: «O vengono raccolte le istanze della nostra professione o si corre il rischio di depauperare energie professionali importanti. Non vanifichiamo il grande sacrificio compiuto, anche, dai medici, visto che in più di 160 hanno perso la vita durante questa emergenza, un dato allarmante ed incredibile. Diamo pertanto seguito concreto a questa rivoluzione etica – conclude Borromei – attuando un confronto alla pari con la politica, puntando sulla formazione, e quindi proseguendo il confronto strategico con le università - includendo anche le risorse formative dell'ospedale e del territorio – e, infine, rinnovando il dialogo con i cittadini, con i quali dovremo essere in grado di rinsaldare una nuova e feconda alleanza».

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