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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Infermieri sul piede di guerra, il Nursind di Ancona presenta un esposto in Procura

«Grave mancanza di protezioni per gli operatori sanitari»: la segreteria territoriale chiama in causa Governo, Regioni, Asur e le aziende sanitarie pubbliche

La segreteria territoriale di Ancona del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha presentato un esposto in Procura per denunciare la carenza di protezione nei confronti del personale sanitario, durante la gestione dell’emergenza Coronavirus. Vengono chiamati in causa il Governo, la Regione Marche, la Protezione Civile, le maggiori aziende sanitarie pubbliche, Asur Marche, Area Vasta 2, Ospedali Riuniti di Ancona e Inrca. Questa la nota, firmata dalla segretaria territoriale Elsa Frogioni. 

«La cosa più assurda che poteva accadere durante l’emergenza coronavirus è accaduta proprio in Italia. I sanitari infermieri, medici e professionisti della salute che in primis sono chiamati a fronteggiare il nemico invisibile a favore della collettività e per l’intero paese, non sono stati adeguatamente protetti. Per questo motivo il Sindacato delle Professioni Infermieristiche NurSind è stato costretto a inoltrare ufficiale Esposto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Ancona, chiamando in causa: Governo, la Regione Marche, la Protezione Civile e le maggiori aziende sanitarie pubbliche, Asur Marche, Area Vasta 2, Ospedali Riuniti di Ancona e Inrca. Le istituzioni non hanno seguito dettami costituzionali e normativi discriminando a pari diritti proprio i professionisti sanitari. Nelle norme varate dal Governo e adottate dalla Regione Marche, vedi il DPCM n.14 del 9 marzo 2020, per chi lavora in prima linea non ci sono misure profilattiche valide ad arginare il contagio. Nel territorio di Ancona sono molti i colleghi infermieri che durante il loro servizio, con forniture di protezione insufficienti e/o carenti, sono stati a stretto contatto con pazienti che al primo approccio diagnostico non erano stati individuati come “sospetti” soggetti contagiati, ma che durante la degenza hanno manifestato i segni della malattia, febbre, sintomi respiratori e quando hanno effettuato il tampone risultati positivi, trasferiti nei reparti specifici per Covid». 

«Gli infermieri dei “reparti non-covid19” che hanno subito tali circostanze - prosegue la nota - sono stati letteralmente abbandonati. Questi colleghi non hanno ricevuto nessuno screening diagnostico per il Coronavirus e non hanno neanche effettuato nessuna quarantena, hanno continuato a lavorare normalmente. Senza apparente motivazione alcuni hanno eseguito i tamponi ed altri colleghi che avevano subito medesime circostanze di esposizione al contagio, invece no. Solo quando ammalati, i sanitari infermieri hanno ricevuto le normali cure del caso, con l’effettuazione del tampone, la quarantena domiciliare oppure il ricovero ospedaliero se le condizioni cliniche erano gravi. E’ stato sempre noto alla comunità scientifica che nelle pandemia gioca un ruolo fondamentale il “portatore sano”, l’infermiere asintomatico è consapevole di poter essere un vettore di contagio specialmente se ci sono stati comportamenti a rischio». 

«Perché le aziende non hanno predisposto il dovuto contenimento? Perché il Governo ha assunto questa insensata decisione di far lavorare il personale asintomatico senza sottoporlo alla ricerca del Coronavirus? Conosciamo la risposta, gli infermieri sono pochissimi in numero insufficiente anche prima dell’emergenza Coronavirus. I tagli alla sanità effettuati sul personale, i mancati concorsi per infermieri e la Regione Marche ne ha il primato nazionale, hanno ridotto all’osso il personale sanitario. Questo non giustifica anzi aggrava la responsabilità degli enti preposti a preservare il diritto alla salute dei cittadini. Per sollecitare a sani comportamenti le istituzioni ci rivolgiamo quindi all’ultimo baluardo per poter ottenere le necessarie misure di controllo e profilassi con la speranza che la giustizia possa consegnare un po’ di verità e dignità a chi sta servendo da sempre con onore la salute e la Patria senza le dovute tutele e protezioni». 

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