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Cronaca Porto / Molo Sud

Mascherine e guanti in acqua, il porto come una discarica: «Alto rischio di inquinamento»

L'imprenditore Paolo Baldoni (Garbage Group) denuncia l'episodio su Facebook: i rifiuti sono stati recuperati dal suo Pelikan, aspirapolvere del mare

Neanche il Coronavirus ferma i maleducati e chi non ha il minimo rispetto per il mondo e la natura. Lo dimostra la quantità considerevole di mascherine protettive, guanti in lattice e altri dispositivi di protezione individuale che sono stati gettati in acqua e raccolti nel porto dorico dal Pelikan, l’aspirapolvere del mare ideata dall’azienda Garbage, specializzata del trattamento e nello smaltimento di rifiuti speciali.

A denunciare l’episodio di inciviltà è stato lo stesso titolare della società, l’imprenditore Paolo Baldoni, che su Facebook ha pubblicato le foto-choc: un cumulo di mascherine e guanti usati che qualcuno ha pensato di gettare in mare, sottovalutando il rischio di inquinamento e di diffusione del contagio. «C’è poco da dire, sempre le stesse cose: l’inquinamento è solo causa dei comportamenti sbagliati dell’essere umano - commenta il Ceo di Garbage Group -. E’ una dimostrazione tipica, anzi direi scientifica, di un modello di inquinamento e di criticità ambientale. Si parte sempre dall’acquisto e uso di un prodotto da parte dell’uomo e nella pessima abitudine, una volta terminato l’utilizzo, dell’errato smaltimento di quello che prima era un bene di necessità e che si trasforma, poi, in rifiuto. La causa di tutto questo è sempre la stessa: la totale incuria ed egoistico menefreghismo nei confronti della collettività e dell’ambiente. Ed ecco che, come sempre accade, un pessimo comportamento a terra si ripercuote in mare a dimostrazione che il pianeta e l’ambiente sono in continuo dialogo fra gli elementi terra, acqua e aria. A 40 giorni dall’emergenza pandemica che ha investito il Paese, un rifiuto come mascherine e guanti prima inesistente è oggi fortemente presente su quanto raccolto dal Pelikan. Il nostro battello oggi si dimostra non solo estremamente efficace nel svolgere il suo lavoro, ma un vero e proprio testimone diretto di quelle che sono le conseguenze secondarie, ma pur sempre gravissime, di questa emergenza sanitaria mondiale». 

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