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Prolunghe per i tavoli e plexiglas, lo chef-geometra: «In 4 si mangia in 67 centimetri»

Pranzo al tempo del Covid, al ristorante Il Giardino hanno trovato il modo di regolare i tavoli a seconda dei protocolli. Ma il titolare Antonio Ambrosio è preoccupato: «Da 300 coperti a 60»

Due metri, anzi no: uno. Ma se c’è il plexiglass allora si può stare tutti insieme, anche gli amici e i non conviventi. Il buffet, però, no: quello resta vietato. Le regole cambiano di giorno in giorno e chi ci capisce è bravo. Ma proprio per affrontare meglio una materia così fluida, a poche ore dal giorno X, quello della riapertura per il mondo del food, al ristorante Il Giardino si sono armati di metro per calcolare le distanze con precisione chirurgica e hanno fabbricato prolunghe in legno da fissare sotto i tavoli più piccoli, in modo da adeguarli alle richieste della Regione, dell’Inail e dell’Istituto Superiore della Sanità.

«Con questo attrezzo possiamo regolare il tavolo in funzione delle esigenze - dice Antonio Ambrosio, il titolare dello storico ristorante del Viale -. I più piccoli li abbiamo portati a un metro esatto, in modo che i clienti, uno di fronte all’altro, possano essere distanziati della misura giusta, senza dover ricorrere ai divisori». Che, invece, saranno necessari per i tavoli con 3 o 4 persone. «Se non si tratta di componenti dello stesso nucleo familiare, metteremo i pannelli in plexiglass: ognuno avrà uno spazio di 67 centimetri per mangiare».

Pranzo al tempo del Covid: così si è organizzato lo chef del ristorante Il Giardino

Tavoli che sono stati distanziati di due metri l’uno dall’altro, in modo da garantire uno spazio di 4 mq per cliente. Un lavoro da geometri per farsi trovare pronti alla riapertura. «Noi ci proviamo - dice Ambrosio -, ma siamo dovuti passare da 300 coperti a 60. Un disastro: ho calcolato che perderemo oltre 100mila euro di incassi al mese. E ancora non abbiamo proceduto a prendere le ordinazioni per lunedì: c’è troppa confusione, aspettiamo il via libera ufficiale e poi ci rimetteremo nelle mani e nella responsabilità dei clienti». 

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