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Cronaca Palombare / Via del Commercio

Novemila mascherine taroccate, la Croce Rossa denuncia tutto ai Nas

I volontari del Comitato di Ancona hanno scoperto l'irregolarità: il presidente Pierino Belfiori si è rivolto all'avvocato Irene Pastore. Carenza di dispositivi, lanciata una raccolta fondi

Mascherine taroccate, la Croce Rossa scopre l’irregolarità e segnala tutto ai carabinieri. Ora saranno gli specialisti dei Nas a verificare le responsabilità di un grossista bolognese che ha venduto 9mila mascherine chirurgiche, ad un prezzo di circa 3.300 euro, al Comitato anconetano della CRI, poi risultate non conformi e restituite al mittente. Ad accorgersi dell'irregolarità sono stati i volontari che si sono insospettiti quando hanno notato delle etichette sovrapposte a quelle originali sugli scatoloni, oltre alla cancellazione della data di fabbricazione dei dispositivi di protezione che risalirebbe ad alcuni anni fa. 

«Purtroppo le mascherine acquistate dall’intermediario, a seguito di opportuna verifica con la casa madre produttrice, sono risultate difformi e inidonee all’uso a cui sarebbero state destinate - spiega Pierino Belfiori, presidente del Comitato di Ancona della CRI -. Ciò ha fatto sì che ci trovassimo al contempo sia in carenza di mascherine chirurgiche, sia di disponibilità economica utile al reperimento di ulteriori Dpi. Pertanto ci siamo affidati Irene Pastore-2all’avvocato Irene Pastore (foto a sinistra), nostra volontaria attiva, per la risoluzione della vicenda». Il legale spiega: «Ho avuto mandato a comporre la vicenda sotto il profilo civilistico, al fine anche di consentire al Comitato di contenere il danno economico che veniva a prospettarsi e a poter rientrare nel più breve tempo possibile della disponibilità necessaria per procedere al reperimento sul mercato di ulteriori presidi per fronteggiare questa emergenza che andava ad accrescersi di giorno in giorno». Aggiunge Belfiori: «Agli albori di questa emergenza, il Comitato necessitava di rifornirsi per sé e i Comitati C.R.I. della Regione di dispositivi di protezione individuale. L’esigenza era quella di garantire sia il servizio 118 con messa a disposizione di un mezzo di trasporto dedicato pazienti sospetto/conclamato Covid-19, sia gli ordinari trasporti secondari, dializzati e servizio biologico. A tale esigenza si aggiungeva la campagna nazionale “Il tempo della gentilezza” che consiste nel trasporto e consegna farmaci e spesa per quanti fossero impossibilitati ad accedere direttamente ai servizi essenziali. In quanto presidente, unitamente al mio Consiglio, abbiamo sentito la responsabilità di tutelare i nostri dipendenti e volontari attualmente impegnati in questa emergenza e le loro famiglie, oltre all’obbligo puramente etico e morale di segnalare l’accaduto alle autorità competenti affinché valutassero la necessità o meno di intervento». 

«Non nascondo che ad oggi da soli non possiamo farcela - ammette Belfiori -. La carenza di dispositivi di protezione (mascherine, tute, guanti, prodotti disinfettanti per sanificazione di mezzi e locali che, allorquando reperibili, possono arrivare ad avere prezzi molto elevati), ci impone quotidianamente non solo uno sforzo costante e continuo di ricerca, ma anche un bilancio che, semmai dovesse risultare negativo in termini di sicurezza dei nostri operatori e degli utenti, ci costringerebbe alla sospensione del servizio. Per tale motivo abbiamo avviato una campagna di raccolta fondi su piattaforma Gofundme i cui proventi sono destinati all’acquisto del materiale necessario per fronteggiare questa emergenza, facendo appello anche alla donazione diretta dei dispositivi e prodotti disinfettanti. Ci ha riempito il cuore sentire la vicinanza di tutta la cittadinanza e dell’imprenditoria locale, le cui donazioni ci hanno consentito di proseguire fino ad oggi in questo nostro immenso e quotidiano impegno e per questo continuiamo a rivolgergli la nostro infinita gratitudine. Vorremmo poter dire essere stato sufficiente, ma purtroppo i tempi di questa emergenza si sono allungati così come sono aumentate le necessità di tutta la popolazione che in questo momento sta facendo la propria parte per uscire da questa emergenza». 

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