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Cronaca Jesi

Il vicinato è una grande famiglia: «Così isolamento e Alzheimer fanno meno paura»

La storia di Anna Maria e Aldo, che oltre al sostegno della famiglia possono contare su un vicinato speciale

Aldo Scuppa e Anna Maria Rossetti affrontano l’isolamento nella loro casa di Jesi in modo rigoroso. Lui soffre di Alzheimer e questo rende la condizione ancora più difficile. Hanno figli e parenti affettuosi che non fanno mancare il loro supporto, l’altro grande aiuto arriva dalle porte accanto. Spesso Anna lascia la lista della spesa in fondo alle scale insieme alla busta con i soldi. Una delle 6 vicine, a turno, provvede alle compere. I conti? Si fanno dopo senza fretta. Impossibile per Anna lasciare suo marito, anche per poche ore. Quando figli e genero non possono, ci pensano le amiche del cuore a dare una mano e spesso la lista neppure serve: «Mi chiamano e mi dicono “Anna io vado là, ti serve qualcosa”? Ogni tanto ci ridiamo, andiamo avanti ancora un altro po' poi vediamo». 

Affrontare l’Alzheimer

Quando i figli possono sono loro a prendere Aldo e accompagnarlo in un giro intorno a casa. Anna ha deciso di non farlo, perché un mese fa ha avuto una brutta influenza e ancora non sa è stato Coronavirus o meno: «Dal 3 marzo sono chiusa a casa, adesso sto bene ma non esco anche perché ho paura per gli altri e rispetto chi sta fuori». A costringerla tra le quattro mura è soprattutto la malattia del marito, che fa scorrere le giornate più duramente che mai: «Non abbiamo una badante perché io a 73 anni sono ancora in grado di gestire la situazione, ma è sempre più difficile- racconta Anna, che per 20 anni ha fatto volontariato in ospedale- frequentavamo le attività del Centro Alzheimer Marche ma ora posso farlo camminare solo un po' in garage, giardino e balcone. Poche ore fa ho spostato da sola il divano e il tavolo per avere più spazio e fargli fare qualcosa. Abbiamo una cyclette- racconta Anna- ma se non ci sono io Aldo non la usa correttamente». Il centro Alzheimer, finché poteva, organizzava appuntamenti settimanali per malati e famiglie con feste o incontri a tema: «Potevo prendermi due o tre ore per me e dormivo in macchina per recuperare il sonno- racconta Anna Maria- ora non è possibile. Grazie alla famiglia, al centro e a questo amore dei vicini però posso dire che questo periodo fa un po’ meno paura». Il pensiero di Anna, nonostante tutto, va agli altri: «Auguriamoci che stiano bene soprattutto i medici. Bisogna essere obiettivi, non perdersi d’animo e rispettarci tra di noi e per gli altri». 

Il sostegno 

L’Alzheimer Marche Onlus, attiva dal 1990, ha attivato un servizio di sostegno telefonico e telefonico. Tramite la pagina Facebook “La Combriccola” propone corsi ginnastica dolce. Al telefono invece risponde una psicologa: «Molte badanti sono a casa e le famiglie sono sole- spiega la presidente Sara Secondini- nei momenti di crisi si poteva calmare il malato portandolo un po' fuori. Adesso questo respiro non c’è e capita che i malati chiedono anche 100 volte al giorno di poter uscire. I familiari si trovano a dover gestire questo stress, spesso invece hanno semplicemente tanto bisogno di parlare e sfogarsi». 
 

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