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Cronaca

Anno accademico: striscioni di protesta contro il ministro Profumo

L'Unione degli universitari di Ancona ha esibito un lungo striscione di 5 metri con la scritta "Consultazione sul valore legale: Profumo d'inganno". Il ministro ha poi incontrato il Presidente del Consiglio Studentesco

Contestato dagli studenti il ministro dell'Università e della ricerca Francesco Profumo, ieri ad Ancona per l’inaugurazione dell’anno accademico dell'Università Politecnica delle Marche: l’Unione degli universitari di Ancona ha esibito un lungo striscione di 5 metri con la scritta “Consultazione sul valore legale: Profumo d'inganno”. La protesta mirava a contestare l’accelerazione da parte del ministro sulla riforma dell’Ersu e sulla consultazione on-line, definita senza mezzi termini una “truffa”.
Striscioni di protesta anche dal gruppo studentesco “Gulliver – Agorà officina universitaria”. Nel complesso le contestazioni sono state ordinate e “non verbali”, senza che la cerimonia d’inaugurazione venisse interrotta o ostacolata.

L’INCONTRO. A margine della cerimonia il Presidente del Consiglio Studentesco  dell’Università Politecnica delle Marche Marco Giobbi ha incontrato il ministro, consegnandoli una lettere con le posizioni sulle tematiche universitarie al  centro dell’attuale dibattito politico.
Al titolare del dicastero sono state esposte le perplessità degli studenti sulla riforma “rispetto alla scarsa entità dei fondi dedicati a  questo capitolo, per i quali erano peraltro stati previsti dall’ex-Ministro Gelmini tagli del 95%”. I rappresentanti hanno ricevuto rassicurazioni da parte del Ministro circa
l’intenzione di recuperare risorse nei prossimi  anni, anche dalla fiscalità generale; anche se “resta tuttavia confermato l’aumento della Tassa Regionale per il Diritto  allo Studio, al momento contenuto all’interno del decreto 436.”

Contestazione Profumo 2-2Fermi su uno dei punti al centro della protesta, gli studenti hanno chiesto al ministro “l’immediato ritiro della consultazione on-line sul valore  legale del titolo di studio. Viste le implicazioni che vanno oltre il
semplice ambito universitario, riteniamo  che tale tematica meriti una discussione preliminare negli organi
preposti, anche per ciò che concerne la  formulazione di un eventuale nuovo questionario. Crediamo inoltre che la sola abolizione del valore legale  del titolo di studio non rappresenti la soluzione ai profondi
problemi strutturali presenti nel nostro Paese e  che sia necessario avviare una più ampia discussione a riguardo”. A tale proposito, il Ministro “ha mostrato la  sua più completa volontà di avviare una seria discussione, al di fuori da ogni ideologia”.


 

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