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Cronaca

Consorzio agrario Adriatico, in crescita le semine dei cereali

A dare le prime stime esclusive sulla nuova campagna è il Consorzio agrario Adriatico, nato dall’aggregazione dei Consorzi Agrari di Pesaro, Macerata ed Ascoli Fermo con Forlì Cesena e Rimini

Crescono del 5% le semine di grano nelle Marche per una produzione che a livello quantitativo nel 2018 potrebbe eguagliare se non superare i valori già importanti del 2017. A dare le prime stime esclusive sulla nuova campagna è il Consorzio agrario Adriatico, nato dall’aggregazione dei Consorzi Agrari di Pesaro, Macerata ed Ascoli Fermo con Forlì Cesena e Rimini.

«Dal punto di vista qualitativo è troppo presto per poter dare una stima ma allo stato attuale le coltivazioni si presentano bene, il grano è nella fase di levata e se gli agricoltori sapranno adottare le giuste pratiche agronomiche di concimazioni e difesa, quest’ultime solo se necessarie, sicuramente avremo una annata molto positiva anche dal punto di vista qualitativo – è l’analisi di Davide Bricchi, Direttore Generale del Consorzio Agrario Adriatico che aggiunge –  la superficie investita a cereali è aumentata sia con seme certificato, e questo è un bel segnale, ma anche con seme di rimonta. Sarebbe opportuno che questa pratica venisse abbandonata perché non è compatibile con la necessità di ottenere produzioni importanti dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Le varietà attuali con seme certificato sono sempre più “performanti” e se seguite con criterio possono dare soddisfazioni enormi»

Intanto i consorzi marchigiani “sfondano” a Nord Est, grazie alla firma di un accordo con il Consorzio Agrario del Nord Est, azienda leader a livello nazionale con un fatturato di oltre 450 milioni di euro, per la fornitura  e la distribuzione di mezzi tecnici per l’agricoltura sul territorio marchigiano romagnolo. I due Consorzi sono entrambi soci di Consorzi Agrari d’Italia ed è all’interno di questa alveo comune che si sono realizzati, nei mesi scorsi, alcuni importanti progetti a livello nazionale tra i quali la valorizzazione di alcune specie di grani antichi in particolare la varietà Senatore Cappelli che vede il coinvolgimento del pastificio Ghigi ed un contratto di filiera per la produzione e commercializzazione per i prossimi 5 anni di oltre 6 milioni di quintali di grano biologico con un prezzo minimo garantito per il produttore per i prossimi 5 anni. «Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto – commenta sempre Davide Bricchi – perché ci consente di aumentare la nostra competitività sul mercato così da proseguire il percorso di efficienza già iniziato da qualche tempo». Con oltre 130 milioni di fatturato il Consorzio Adriatico è la prima azienda per la fornitura di mezzi tecnici in agricoltura sia in Romagna che nelle Marche, «il nostro ruolo ci impone – prosegue Bricchi - di interpretare l’evoluzione del mercato e proporci in maniera innovativa. L’agricoltura sta cambiando e noi dobbiamo cambiare con essa». In effetti già da tempo il Consorzio Adriatico si sta trasformando proponendo nuovi servizi ed in particolare cercando di ricostruire la sua presenza sul territorio con la chiusura delle vecchie agenzie privilegiando l’apertura di nuove strutture polifunzionali. «Il nostro patrimonio sono gli agricoltori ed il territorio – afferma Filippo Tramonti presidente di Consorzio Agrario Adriatico – e la riorganizzazione delle nostre agenzie vuole andare proprio nella direzione di tutela di questo patrimonio che oggi chiede più che mai risposte nuove alla situazione di crisi che attanaglia i nostri soci».

In quest’ottica sabato prossimo verrà inaugurata in Romagna una nuova agenzia volta a servire le aziende di tutta la vallata del Savio in provincia di Cesena. «Questa apertura si aggiunge – conclude Bricchi - a quella realizzata nei mesi scorsi a Petritoli in provincia di Fermo primo passo di un percorso che vedrà nei prossimi anni la creazione di nuovi centri logistici su tutto il territorio che andranno a sostituire le storiche agenzie del Consorzi Agrari ormai immagini sorpassate di un’agricoltura d’altri tempi».

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