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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Area Marina protetta del Conero, i dati raccolti nel dossier di Legambiente

Festa per i 30 anni del parco del Conero, un traguardo che segna la storia dell'intero sistema delle aree naturali protette delle Marche

Un evento straordinario, questa in sintesi la valutazione della festa per i 30 anni del parco del Conero, un traguardo che segna la storia dell’intero sistema delle aree naturali protette delle Marche di cui il Conero resta protagonista. Prezioso per la ricchezza dei contenuti espressi in questi giorni nelle tante iniziative, che hanno coinvolto un mondo che condivide la passione per questo territorio.

«Pur in un contesto di difficoltà di ogni tipo,-commenta Gilberto Stacchiotti, presidente Ente Parco del Conero- si sono raggiunti risultati oltre ogni rosea aspettativa sul piano della partecipazione e della soddisfazione. Questa festa non sarebbe stata possibile senza la disponibilità e la collaborazione di tanti amici del Conero e del personale dell’Ente parco. Ha favorito la conoscenza del territorio e ne ha mostrato valori e bellezza, rafforzando il senso di una comunità che attraverso storia ed ambiente sappia guardare al futuro con rinnovata fiducia». Una parte di Festival è stata dedicata alla difesa della costa con una partecipazione rilevante. Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, ha portato un contributo significativo, presentando un dossier sull’ area marina protetta del Conero. Ha ribadito la necessità della sua costituzione, d’accordo con l’Ente Parco e l’esigenza di un modello di gestione innovativo, in grado di tenere insieme terra e mare, con una discussione matura, proficua e che guardi alle reali esigenze dell’ambiente e del territorio, di cittadini e operatori locali.

«La tutela del Conero, – ha detto Pulcini- significa conservare nel miglior modo possibile la natura costiera e marina. La gestione razionale di queste bellezze naturali inestimabili significherebbe, infatti, compiere un importante passo avanti nella tutela della biodiversità e un'occasione per rilanciare l'economia della nostra regione». Lo studio ha preso in considerazione gli aspetti fisici, biologici e geomorfologici della zona in questione, ponendo in evidenza la ricchezza della flora e della fauna, costituite per la maggior parte da organismi con caratteristiche uniche che si sono adattati all’ambiente circostante. L’ultimo censimento ha classificato 133 specie animali di cui 6 di anfibi, 26 di rettili, 92 di uccelli tra cui il falco pellegrino e 26 mammiferi. Oltre a questa ricchezza, il promontorio è un punto di riferimento per la migrazione di falchi pescatori, cicogne, aquile e rondini. Tra le specie a rischio estinzione invece, troviamo, tra l’altro, il comunemente chiamato “cavalluccio di mare”, il “mosciolo” e il rospo smeraldino, specie oggetto di tutela a livello nazionale ed europea. Anche la legge quadro nazionale 394/91 riproponeva l’area tra quelle di reperimento delle AMP. Purtroppo però, la proposta di un eventuale istituzione è rimasta solo sulla carta. «Vista l’importanza che il Conero ha negli areali, -conclude Francesca Pulcini- la sua posizione strategica potrebbe diventare fondamentale al fine di salvaguardare queste specie animali e vegetali che vivono nel mare, enfatizzando il più possibile il ruolo di quegli elementi che assolvono la funzione di connessione tra le aree naturali di maggiore dimensione e importanza ecologica».

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