Aveva rapinato l’Internet Point di via Bosco l’11 giugno del 2014. Per questo ieri M. F. C., 29 anni di origini romene, è stato condannato a 5 anni di carcere, da scontare in Italia, con espulsione immediata dal territorio alla fine della pena. 

Erano le 4 del mattino quando alcuni vicini furono svegliati dai rumori e si accorsero che la saracinesca dell’Internet Point era stata forzata. Sul porto arrivarono subito i carabinieri di Ancona che videro la serranda alzata e la porta a vetri spaccata in un punto. I militari si avvicinarono di soppiatto mentre, da dentro, sentivano proveniva un gran trambusto, tra cui anche le voci di due uomini, palesemente di origini straniere. Dopo poco i carabinieri entrarono nel locale seguendo i rumori che, passo dopo passo, si facevano più chiari. Quando arrivarono nei bagni, si palesò quanto accadeva. Mente il complice era ormai fuggito, i carabinieri sorpresero  M. F. C. mentre tentava di darsi alla fuga passando per uno squarcio ricavato nel muro, dopo aver sradicato l’aspiratore. Così scattò l’inseguimento all’esterno. Nel tentativo di seminare le guardie, l’uomo si arrampicò sui tetti delle palazzine adiacenti. Almeno fino a quando i carabinieri non riuscirono a circondarlo, impedendogli qualsiasi movimento.

In trappola, il 29enne tentò il tutto per tutto: dal tetto, saltò addosso ad un gruppo di militari, cominciando a scalciare a tirare pugni. Tutto inutile. Non solo il romeno non sfuggì ai militari ma trasformò quello che fino a quel momento era stato un semplice furto in una rapina aggravata. E ieri il collegio anconetano, presieduto dal giudice Francesca Grassi, ha condannato l’uomo a 5 anni, dopo che il pm Irene Bilotta ne aveva chiesti 6.