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Cronaca

Chiusure nel weekend, la protesta dei commercianti: si chiede la revoca delle misure restrittive

I negozi abbasseranno le saracinesche per alcuni minuti. Le associazioni del commercio chiedono l'immediata revoca delle misure restrittive che ormai sono in vigore da sei mesi

Un gesto simbolico per protestare contro le chiusure nei fine settimana. Martedì 11 maggio, alle ore 11, nei centri commerciali di tutta Italia i negozi abbasserenno le saracinesce per alcuni minuti. L'iniziativa, che coinvolge 30.000 negozi e supermercati, è promossa dalle associazioni del commercio, Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione, che chiedono l'immediata revoca delle misure restrittive che da oltre 6 mesi impongono la chiusura dei negozi nei giorni festivi e pre-festivi. Nel testo finale del decreto aperture varato dal Governo Draghi e appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non c'è più alcun riferimento alla data in cui i centri commerciali avrebbero potuto riaprire nei weekend. Nelle bozze della road map che partirà da lunedì 26 aprile, l'esecutivo aveva previsto dal 15 maggio la  possibilità di aprire i centri commerciali, i parchi commerciali e le strutture analoghe anche il sabato e la domenica nelle zone gialle. Invece, leggendo la versione definitiva del decreto, non vi è più traccia di questa misura. Un'assenza che non è passata certo inosservata per i diretti interessati. Che ora intendono far sentire la loro voce. 

Centri commerciali: martedì 11 maggio la protesta contro le chiusure nei week end

Le associazioni del commercio, informa una nota, "vogliono dare voce ai 780.000 lavoratori delle 1.300 strutture commerciali integrate presenti su tutto il territorio nazionale, che vivono da oltre un anno in un clima di forte incertezza, aggravato dalle stringenti misure con cui il Governo impedisce a migliaia di attività commerciali di lavorare nel week-end, ovvero nei giorni più importanti della settimana in termini di ricavi e fatturato". La manifestazione è volta anche a ribadire la sicurezza dei centri, parchi e gallerie commerciali che, scrivono le associazioni del commercio, "sin dall'inizio della pandemia, hanno adottato protocolli rigorosi, garantendo che non si registrasse alcun caso di focolaio in tali strutture". Insomma, anche quei negozianti che lavorano nei centri commerciali aspettano risposte. "Dall'inizio dell'emergenza, il settore dei centri commerciali si è impegnato in un dialogo costruttivo con il Governo - fanno sapere le associazioni -, anche mettendo volontariamente e gratuitamente a disposizione 160 strutture sul territorio nazionale per la creazione di hub vaccinali. Le associazioni del commercio coinvolte auspicano di poter avere dalle Istituzioni risposte certe e tempestive, per rimettere in moto un comparto tra i più danneggiati dalla crisi, che continua ad operare solo parzialmente e senza una chiara prospettiva di ripresa".

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