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Cronaca

Maxi sequestro di cocaina, il carico dagli USA era diretto ad Ancona: "Duro colpo alle mafie"

La polvere bianca purissima era nascosta tra fogli di plastica e rulli, dentro 8 borsoni contenenti 271 panetti. Chili di droga da trasportare e prelevare con un sistema ormai collaudato

Ben 308 chili di cocaina purissima nascosti all’interno del container di una nave partita da Seattle (Stati Uniti) e diretta ad Ancona dove i trafficanti l’avrebbero prelevata con facilità durante la sosta dell’area portuale. Un affare da milioni di euro andato in fumo dopo il blitz della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che, su spinta della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, ha intercettato il maxi carico nel porto di Gioia Tauro dopo una tappa a Panama. Prossima ed ultima destinazione sarebbe stato lo scalo del capoluogo marchigiano dove però il carico di droga non è mai arrivato.

La polvere bianca purissima era nascosta tra fogli di plastica e rulli, dentro 8 borsoni contenenti 271 panetti. In tutto 308 chili di droga. Il sistema utilizzato era collaudato: il cosiddetto rip off, consistente nel riporre immediatamente dietro i portelloni dei container, borsoni o trolley da viaggio con i panetti di coca, in modo da poter essere agevolmente prelevati durante la sosta delle merci nelle aree portuali. Un colpo durissimo inferto alla criminalità di stampo mafioso coinvolte nel traffico. Basti pensare che quella commessa, una volta tagliata e messa in commercio, avrebbe fruttato la bellezza di oltre 65 milioni di euro.

“L’attenzione e lo sforzo sono massimi per cercare di limitare un fenomeno che affligge purtroppo non solo le fasce di popolazione più giovani, ma anche una platea molto più vasta, cui sono da imputare anche una serie di costi “sociali” che possono essere intesi come quelli sopportati dai cittadini e dalla collettività, derivanti dalle conseguenze dell’uso di droga e del mercato ad esso connesso - ha commentato il pm di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho in un comunicato stampa - Basti pensare alle enormi ricadute, in termini di costi per la società, in tema di sforzi volti a garantire la sicurezza pubblica, la cura e la riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti o al finanziamento degli interventi di prevenzione e di assistenza sociale. Un ulteriore problema è dato anche dai costi aggiuntivi determinati dall’immissione sul mercato delle enormi quantità di denaro proveniente dal traffico e dallo spaccio di stupefacenti: tali somme infatti, una volta reinvestite e riciclate, sono in grado di inquinare pesantemente i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole”. 

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