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Cronaca

Marche, clan della droga: il commerciante "sgarra" e loro gli bruciano il locale

Chi sgarra paga. Al punto che i vertici della banda avrebbero commissionato l'incendio del locale di un commerciante che, sere prima in un locale, aveva partecipato alla rissa con un membro del clan della droga

Chi sgarra paga. Per questo la mattina del 28 marzo 2015, il titolare di una agenzia scommesse di Porto Recanati si è ritrovato il locale incendiato. Solo dopo gli investigatori hanno scoperto che il commerciante, poche sere prima in un night club, aveva partecipato ad una rissa in cui era stato picchiato un componente della banda colpita mercoledì da 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere e un fermo.

Per il gruppo era stato uno “sgarro” da vendicare. Per questo il capo clan calabrese S. R. P., due giorni dopo il fatto, ha convocato una riunione nella concessionaria auto di sua proprietà, incaricando D. N., 33 enne originario di Catania e A. E. C., 28 anni di Civitanova Marche, di farla pagare a quell’uomo. Come? Dando fuoco al suo locale. I Carabinieri del Ros di Ancona hanno potuto constatare come i due, intorno alle 5 del mattino del 30 marzo, si siano recati davanti al centro scommesse in questione e, con due bottiglie piene di benzina, hanno appiccato l’incendio all'ingresso del locale. Fiamme soffocate solo grazie all’intervento dei Vigili Del Fuoco. A missione compiuta, S. R. P. avrebbe poi offerto ai suoi sodali un “regalino”, cioè una ricompensa. Potevano scegliere tra cocaina e soldi. D. N. avrebbe accettato 1.000 euro. Tutto perché poche sere prima il titolare del centro scommesse, insieme ai suoi amici, avrebbe prima infastidito una ballerina del night e poi uno della banda, intervenuto per difendere la ragazza. 

Metodi da veri mafiosi. Ritorsioni violente per punire chi aveva aveva le mani su un loro amico e far capire con chi avessero a che fare. Solo successivamente sarebbe anche emerso come un terzo esterno alla banda, che conosceva anche il commerciante, avrebbe organizzato un incontro chiarificatore tra le parti in un noto ristorante della zona. Il titolare si è presentato chiedendo perdono per il comportamento suo e degli amici. Ma per il leader della gang dello spaccio non era sufficiente: doveva scusarsi pubblicamente. E così la banda ha portato via l'uomo con la forza per andare proprio proprio nel night club, dove ha nuovamente posto le sue pubbliche scuse ai dipendenti del locale per i disagi procurati sere prima. A quel punto sì che il torto era stato ripagato.

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