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Cronaca Quartiere Adriatico / Via Trieste

Quartiere Adriatico: cittadino recupera parco pubblico in degrado

Maurizio Sacco, insieme all'aiuto di altri 4 volontari ha ripulito completamente un'area verde lungo le scalette che collegano via Trieste a via Podgora. Vi ha anche costruito diverse panchine e un campo di bocce

Maurizio Sacco è originario di Torino. Da sette anni è diventato cittadino di Ancona e vive nel quartiere Adriatico. Per anni ha lavorato per la BFTM di Numana, ma oggi è un ex metalmeccanico in cassa integrazione che rientra nella ormai tristemente famosa classe degli “esodati”. Maurizio ne avrebbe di motivi per scoraggiarsi ma ha reagito in modo totalmente opposto rispetto a come si potrebbe immaginare: ha deciso di risistemare un parchetto pubblico del centro abbandonato al degrado, senza che glielo chiedesse nessuno, senza un compenso, solo per la volontà di migliorare un pezzetto di Ancona.

Quel parchetto si trova intorno ad una scalinata intitolata agli “Italiani di Istria, Fiume e Dalmazia”, che parte da via Trieste, all’altezza dell’incrocio con via Toti, fino ad arrivare a via Podgora. Quest’area verde, che prima era piena di sterpaglie, immondizia, vetri e siringhe, oggi, grazie alla volontà e all’impegno di Maurizio Sacco e alcuni volontari, questo posto è rinato: il parchetto è stato completamente liberato da ogni rifiuto e dalle erbacce, sono stati seminati piante e fiori; sono stati artigianalmente costruiti dei cestini per l’immondizia, è stata costruita una pista per giocare a bocce e sono state posizionate diversee panchine, costruite utilizzando pancali di legno. Insomma uno straordinario esempio di cittadinanza attiva.

“L’Adriatico è un bellissimo quartiere - ha detto Maurizio - pieno di belle cose perché c’è il Passetto, l’ascensore, pachi verdi, però è abbandonato. Io, da esodato, non sopportavo l’idea di portare il cane in mezzo a siringhe e vetri rotti, per cui mi sono detto: perché non impiegare il mio tempo, invece che deprimermi, per recuperare un pezzettino? Pezzettino dopo pezzettino da due mesi a questa parte ho fatto l’area che tutti possono vedere”.

Il vero simbolo di questo parchetto sono le panchine, fatte interamente a mano. Maurizio è partito da lì perché in passato è rimasto colpito quando, percorrendo la scalinata, ha trovato un senzatetto dormire tra due cartoni in mezzo alle sterpaglie. Maurizio e i suoi compagni non vogliono una medaglia, hanno solo voluto fare in modo che le persone, che percorrono i 142 scalini di quest’area verde, abbiano modo di prendersi una pausa, sedersi al fresco dell’ombra e potersi godere un pezzo di natura anconetana, per troppo tempo sottratto ai cittadini per l’incuria.

Il parchetto della scalinata di via trieste

Non manca la nota dolente perché, nel corso della scorsa mattinata, c’è stato un sopralluogo della Presidente della circoscrizione Susanna Dini e dei Vigili Urbani. Il problema è che per fare un lavoro del genere c’è bisogno di un’autorizzazione del Comune per cui alcune cose, come le panchine e il campo delle bocce, saranno rimossi. A breve comunque Maurizio avrà un incontro con la Circoscrizione per valutare la situazione e molto probabilmente il Comune metterà a disposizione due panchine. Posizioni divergenti anche tra i residenti perché mentre alcuni si sono lamentati, altri sono entusiasti, come Giovanni: “Capisco la posizione della Circoscrizione,però non posso che apprezzare quello che è stato fatto nel parchetto perché è una riqualificazione di un ambiente che prima era degradato. Allora mi chiedo, dov’era il Comune prima, quando tutto era lasciato ai pezzi di vetro e alle siringhe?”

Maurizio sa che la situazione non è a norma, ma il suo attivismo è stato ripagato perché ha creato dibattito tra i residenti, ha portato la Circoscrizione a vedere la sua opera e quella dei suoi compagni e, se riusciranno a riportare il parchetto della scalinata a completa disposizione dei cittadini, avranno raggiunto il loro obiettivo, al di là di ogni merito.

In una società in cui le persone sono molto abituate a prendersi cura solo del proprio spazio, è il caso di dire che l’opera di Maurizio è fuori dall’ordinario ed è un vero esempio di cittadinanza attiva. Maurizio è un modello per tutti coloro che vogliono una città migliore e, in un momento di crisi economica e sociale come questa, la vera rivoluzione sarebbe far sì che tutti siano più cittadini “attivi” e non solo cittadini sulla carta di identità.
 

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