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Cronaca Monte San Vito

Intascava i soldi dei loculi, imprenditore condannato

L’accusa è di peculato per uno jesino che tratteneva per sé i canoni invece di versarli al Comune

MONTE SAN VITO - Si era aggiudicato un appalto per realizzare 300 nuovi loculi nel cimitero comunale, con la formula del project financing, che comprendeva anche la gestione facendo da tramite tra i cittadini e il Comune. Invece di versare gli affitti riscossi dall’utenza sul conto dell’amministrazione comunale si sarebbe trattenuto le cifre fino ad un tesoretto di quasi 70mila euro. Ieri è arrivata una condanna a due anni e 11 mesi per l’imprenditore, legale rappresentante di una impresa edile, uno jesino di 43 anni. L’accusa era di peculato. Gli affitti trattenuti però avrebbero avuto una spiegazione stando all’imputato, per alcuni lavori fatti non sarebbe poi stato più pagato. Nel processo che si è tenuto davanti al collegio penale, il Comune era parte offesa, con l’avvocato Andrea Rossolini.
 

Era stato l’ente a denunciare la ditta per non avere versato le rette incassate per i loculi assegnati. L’inizio della vicenda risale al 2016, quando l’impresa venne incaricata di costruire un nuovo colombario. Serviva un lotto da 320 spazi. Ad eseguire l’appalto, poi mai concluso, era stata l’impresa dello jesino che oltre a costruire  i manufatti doveva occuparsi anche di tutto il resto, la gestione dei loculi stessi con i relativi canoni riconoscendo una parte dell’incasso economico direttamente nelle tasche del Comune. Qualcosa però poi non va per il verso giusto. Stando alle accuse il Comune aveva riscontrato una serie di inadempienze al progetto tanto da chiedere una risoluzione del contratto che non avrebbe permesso alla ditta edile di terminare l’opera. Stando alla ditta invece i lavori fin lì eseguiti erano stati fatti a regola d’arte e pertanto voleva essere pagata dal Comune. Quando si era trattato di versare il dovuto dei canoni all’Ente, quei soldi sarebbero stati trattenuti per le spese effettuate. Il Comune avrebbe preteso gli importi, pari a 66mila euro, che però non sarebbero stati mai versati. Così la decisione di fare un esposto ai carabinieri per il denaro pubblico sottratto all’Ente. Il legale rappresentate dell’impresa, difeso dall’avvocato Marco Fioretti, avrebbe agito in buona fede trattenendo per la sua attività la cifra spesa non pagata dal Comune. Per l’Ente nulla era dovuto in quanto i lavori non avevano rispecchiato il progetto.

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