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Cronaca Quartiere Adriatico / Piazza Camillo Benso di Cavour

Crisi e affitti alle stelle, chiude Fogola: «Ho venduto 2 case per provare a salvarle»

Chiude Fogola ad Ancona, ma chiude anche la libreria "Libri e Libri" a Falconara. Il motivo? L'editoria è in crisi e con gli affitti dei locali alle stelle non si riesce più ad andare a avanti

«Per cercare di salvare le librerie ho venduto due case di proprietà, ma i debiti con i fornitori e gli affitti erano troppo alti». Con queste parole Giampaolo Fornasiero, titolare della libreria Fogola, annuncia che tra qualche giorno la storica attività di piazza Cavour chiuderà i battenti insieme al punto vendita di Falconara "Libri e Libri shop" e il punto distribuzione della Baraccola. L’ultima pagina si chiuderà a fine maggio. Già stamattina alcuni dipendenti stavano liberando locali e depositi. I locali vanno lasciati liberi già a giugno. Nelle vetrine campeggiano sconti anche del 40%. La voce di Fornasiero è rotta dall’emozione. La crisi dell’editoria, dopo Canonici, non ha risparmiato neanche lui, distributore di libri nato proprio tra i volumi nell’ufficio del padre. Salvare l’attività di piazza Cavour, come quella del punto vendita di Falconara era la missione che si era dato. Per amore, non per soldi. «Volevo solo salvare le librerie» ripete. Non ce l’ha fatta. Colpa degli affitti troppo alti e delle vendite dimezzate negli ultimi anni. «A caduta sono crollate anche le distribuzioni- spiega Fornasiero- poi c’è stato il calo delle vendite e il costo degli affitti, che mi è stato ridotto solo ultimamente, ma erano sempre troppo alti in precedenza. Inoltre la concorrenza di vario tipo con sconti di tutti i tipi, la situazione non è più stata sostenibile. L’affitto costava 2.500 euro al mese, ridotto a 2000 euro un anno fa, poi l’avevamo portato a 1.800. Il punto è che ne dovevo pagare anche un altro a Falconara, in totale pagavo 3000 euro solo di affitto. Forse la mia miopia è stata quella di non aver valutato bene cosa poteva capitare>>.

Per arginare le difficoltà Fornasiero, omaggiato anni fa anche dalla Camera di Commercio, ci ha rimesso anche dei beni personali: «Ho venduto due case di proprietà per fermare il flusso negativo, ma all’atto pratico non ci sono riuscito. E’ stata la stessa battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento». La resa è stata difficile da accettare: «Fino all’ultimo ho provato a tenere duro, ma la cosa è precipitata negli ultimi dieci giorni e ora non c’è più nessuna possibilità. Io sono nato nel ’41 nell’ufficio di mio padre. La mia vita è stata sempre dedicata ai libri e al lavoro con turni da dieci ore e poche ferie>>. Ora quei libri si chiudono. E i dipendenti? «Man mano sono andati via quasi tutti, stanno facendo le richieste di arretrati, anche perché non siamo più riusciti ad essere regolari nei versamenti». Il futuro per le librerie non sembra roseo: «soprattutto per quelle indipendenti- spiega Fornasiero- quelle che non hanno santi in paradiso».

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