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Cronaca Quartiere Adriatico / Piazza Camillo Benso di Cavour

«Lavorare così è impossibile, me ne vado». Marco chiude il bar appena inaugurato

La dolorosa decisione di Stecconi: aveva aperto il "Cafè In" a febbraio, poi è arrivato il Covid. «Non posso fare la vittima sacrificale: grazie Governo»

Ha spento le luci, ha staccato la corrente e ha abbassato le saracinesche. Per sempre. «Con grande rammarico, chiudo definitivamente il locale e consegno le chiavi». Una decisione sofferta, ma inevitabile. Marco Stecconi si è arreso. Aveva inaugurato il “Cafè In” sotto i portici di piazza Cavour l’8 febbraio. E’ rimasto aperto giusto un mese. Poi sono arrivati il Covid e il lockdown. E ora che bar e ristoratori potrebbero ripartire, lui ha scelto di dire basta, dopo aver partecipato alle proteste di baristi e ristoratori nei giorni scorsi. 

IL VIDEO - Ultimo giro di chiavi per il Cafè in: l'attività chiude per sempre

«Le motivazioni sono spiegate nel cartello che ho esposto in vetrina, non posso fare da vittima sacrificale per il sistema - è il suo commento amaro -. Così non può funzionare: ho un solo ingresso, il locale è piccolo, deve entrare una persona alla volta per spendere 2 euro per un caffè e una pasta. Quanti clienti dovrei servire per pareggiare il bilancio? Lo Stato mi ha dato 600 euro, quando di affitto ne pago 2200. Poi ci sono le bollette, la compagnia elettrica mi ha mandato una diffida a pagare dopo che per due mesi non ho lavorato. Per non parlare dei controlli e delle responsabilità che ricadono tutte sul titolare dell’esercizio commerciale, mentre i miei dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione».

E allora basta, Marco ha deciso di appendere la divisa al chiodo: tornerà a concentrarsi sul ristorante che gestisce a Marina di Montemarciano, il “Repubblica Libera di Bananas”. «Avevo deciso con mia moglie di aprire il bar in piazza Cavour per lavorare tutto l’anno, non solo d’estate. Non potevo immaginare questo: ho perso più di 10mila euro. Un disastro. Ma meglio fermarsi adesso che continuare ad accumulare spese e debiti. Consegno le chiavi e me ne vado». 

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