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Cronaca Le Grazie / Via Mario Torresi

Nella casa occupata tra sporcizia e spaccio: la vita invisibile di Anthony e Sakhim. Ma il quartiere è esasperato

Sakhim è pakistano e da quando i suoi documenti sono scaduti racconta di aver perso il lavoro nel cantiere navale. Anthony è nigeriano, ha attraversato il mediterraneo in barca sei anni fa e in Libia ha rimediato una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra

ANCONA - Sakhim è pakistano e da quando i suoi documenti sono scaduti racconta di aver perso il lavoro al cantiere navale. Anthony è nigeriano, ha attraversato il Mediterraneo in barca sei anni fa e in Libia ha rimediato una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra. Prova a raccontarne la storia in italiano stentato: «Lavoravo in un autolavaggio, sono venuti, hanno "voluto roba". Io ho detto “datemi i soldi” e loro mi hanno colpito con un machete». In comune hanno il garage di una casa in disuso in via Torresi. Abitazione privata, quindi tecnicamente la loro è un’occupazione abusiva. Stamattina hanno incontrato i City Angels. I volontari guidati da Patrizia Guerra hanno consegnato loro scarpe e panini (VIDEO).

Le storie

Sono là da settimane e, dicono, fino ad alcuni giorni fa hanno condiviso il bivacco con un gruppo di altri ragazzi che lo usavano come base di spaccio: «Quando sono arrivato io, Sakhim era già qua. Gli altri se ne sono andati poco dopo, ma si comportavano come fossero i padroni di casa- racconta Anthony- l’hashish l’ho visto. Sì, sì». Le condizioni igieniche in cui vivono sono al limite della decenza umana. Passano le giornate, spiegano, andando in giro a cercare un’occupazione. «Io lavoravo in Fincantieri, avevo anche casa, poi i miei documenti sono scaduti e ho perso tutto» dice Sakhim. Piano piano, la sua vita è scivolata sempre più giù verso il baratro. «Come mangio? Grazie alla Caritas, qualcuno a volte mi aiuta e spesso lavoro in nero per uno o due giorni. Praticamente vivo con l’aiuto di Dio. Nel 2020 ho rinnovato la domanda per il permesso di soggiorno, ma non ho ancora risposte». «Faccio un appello alle istituzioni perché aiutino queste persone- dice Patrizia Guerra- le condizioni in cui vivono sono da animali, con tutto il rispetto per gli animali». 

Quartiere esasperato: «Non sono solo due, situazione invivibile»

Nel quartiere però ci sono opinioni severe. Una residente, che ha chiesto l’anonimato, si è avvicinata ai City Angels durante la consegna dei viveri. «Non sono solo due, tutta la palazzina è occupata e la situazione è insostenibile. C’è un andirivieni continuo di gente ubriaca e strafatta, abbiamo chiamato la polizia e anche ieri è intervenuta con due pattuglie. Il problema è che trattandosi di proprietà privata, gli agenti non possono fare altro che invitarli a uscire. Capita che ne trovano solo due, magari proprio gli unici con i documenti in regola, e non possono fare più nulla». 

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