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Cronaca

Chiuse le indagini su Casa de' Nialtri, ci sono 33 indagati: «Il progetto va avanti»

Casa de' Nialtri va avanti in via Cialdini ormai da molti mesi, ma è pur sempre una condizione precaria  perché non ci sono né luce né gas. Ma c’è l’idea di avviare un progetto strutturale di cohousing trovando una sistemazione stabile

Chiuse le indagini scaturite da quel 6 febbraio 2014, quando alcuni gruppi delle sinistre anconetane occuparono l’ex scuola Margherita di via Ragusa per dare un posto a clochard e immigrati, ribattezzato Casa de' Nialtri. Ci sono 33 imputati per l’occupazione di suolo pubblico, tra cui i due esponenti del circuito politico-associativo dorico Alessio Abram e Silvana Pazzagli, mentre gli altri 31 sono occupanti, senzatetto e immigrati di cui, per la maggior parte, si sono perse le tracce. «Si tratta di una decisione estremamente grave, e in sintonia con un pesante clima repressivo nel Paese» ha commentato Sergio Sinigaglia che, in un incontro con la stampa, ha rimarcato come la decisione di denunciare solo due dei tanti occupanti di Casa de' Nialtri sia un chiaro segno di come si vogliano colpire due esponenti importanti dell’associazionismo politico anconetano. Una scelta, quella della magistratura di andare avanti con il procedimento penale, insensata secondo il consigliere comunale Francesco Rubini che si appella allo “stato di necessità”, secondo il quale non è punibile chi ha commesso un fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri da un pericolo. «C’erano persone che rischiavano di morire assiderati ogni giorno vivendo in mezzo alla strada» ha detto Rubini.

Tuttavia Casa de' Nialtri va avanti in via Cialdini da mesi, ma è pur sempre una condizione precaria  perché non ci sono né luce né gas. Ma c’è l’idea di avviare un progetto strutturale di cohousing trovando una sistemazione stabile alla luce di un dialogo già avviato con l’assessore regionale Fabrizio Cesetti. Appuntamento per il 15 ottobre quando il gruppo si siederà ad un tavolo con l’assessore. 

Intanto l'associazione ha distribuito un documento con 30 firme, tra cui quelle dei consiglieri comunali Francesco Rubini, Stefano Crispiani (Sel-Abc) e Daniela Diomedi (Ancona a 5 stelle), e di esponenti di associazioni e cittadini, che esprimono solidarieta' ai denunciati, rivendicando il coinvolgimento nell'occupazione dell'ex asilo. "Denunciamo il fatto che i problemi dell'emergenza abitativa e sociale sono tutti irrisolti, e oggi ancora piu' gravi - si legge nel documento - Siamo pronti a mobilitarci per respingere la linea repressiva e le numerose e continue ingiustizie perpetrate verso la parte piu' debole della popolazione».

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