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Riqualificazione Ex Mattatoio: l'incontro con le istituzioni

Al centro del secondo incontro sulla riqualificazione dell'area Ex Mattatoio la stesura del progetto, allo scopo di ottenere il finanziamento europero chiamato "Jessica". Ma Jessica non è una che si concede facilmente...

Si è tenuto venerdì alle ore 15 il secondo incontro pubblico organizzato dall’associazione Casa delle Culture volto a discutere il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex mattatoio del quartiere di Vallemiano. Questa volta le associazioni hanno incontrato i soggetti istituzionali al fine di parlare concretamente dell’attuazione del progetto e del metodo di finanziamento tramite il Fondo Jessica, un sistema di finanziamenti europei. Per questo erano presenti Paola Mazzotti (dirigente del servizio cultura della Regione Marche), Michele Brisighelli (assessore cooperazione, sviluppo e relazioni internazionali) e Marina Maurizi (politiche ambientali e comunitarie).

E’ stato Valerio Cuccaroni a condurre l’evento che, di fronte ad un nutrito numero di persone, ha ribadito più volte la necessità di recuperare un’area così vasta come quella dell’ex mattatoio e la volontà da parte delle associazioni di coinvolgere i cittadini in prima persona, in quanto primi fruitori del futuro complesso culturale che si vuole costruire: “Questo mattatoio lo concepiamo come qualcosa che  non appartiene né a noi né al Comune, ma a tutti i cittadini”.

Dopo la presentazione di alcuni progetti architettonici elaborati da un gruppo di studenti dell’architetto Prof. Gianluigi Mondaini, dell’Università Politecnica delle Marche, è intervenuta l’architetto Paola Mazzotti. Questa ha avuto lo sgradito ma indispensabile compito di indicare le difficoltà del progetto, specificando che il punto non è tanto il fatto che ci si trovi di fronte ad un bene storico o tutelato, quando il fatto che il progetto in questione debba essere compatibile con una destinazione d’uso approvato dalla Soprintendenza della Regione. Altro punto importante è il coinvolgimento di un privato qualificato, e in questo si può pensare ad un parcheggio a pagamento gestito da un privato in cambio di benefit.

Ancora più tecnico (e concreto) è stato Marco Cardinaletti (collaboratore del Comune di Ancona per la progettazione europea), che senza peli sulla lingua, ha chiarito due cose. La prima è che l’ottica di finanziamento della Comunità europea di progetti del genere sta cambiando: l’Europa sta ragionando su aree vaste come la “regione euro-adriatica” e anzi, chiede di travalicare le zone comunali e regionali in un’ottica di vasta governance. La seconda è che l'UE chiede espressamente che i progetti siano basati su sinergie tra pubblico e privato, in parole povere non si danno più soldi a fondo perduto ma si danno soldi per quei territori su cui si è saputo progettare strategie fattibili dal punto di vista economico.

In sostanza si parla di soldi che il territorio dovrà ricercare e restituire attraverso le attività nate dalla riqualificazione. A questo si aggiunga che il Comune di Ancona non ha voce in capitolo sul tipo di finanziamento europeo, nel caso specifico l’accesso al Fondo di Partecipazione Jessica, e non è nemmeno la Regione che decide, ma è una società di rating che dovrà valutare le numerose condizioni del progetto.

Sul finire dell’incontro forse un po’ di entusiasmo è venuto meno ma il progetto di Casa Culture resta valido, prezioso, per cui vale la pena spendersi in prima persona. Accedere ai fondi europei Jessica non è cosa scontata e semplice, ma il Comune è dalla parte delle associazioni e proprio l’assessore Marina Maurizi ci spiega: “E’ un progetto a cui il Comune crede tantissimo, tant’è che è stato candidato dall’amministrazione alla Regione per essere valutato, per entrare tra i progetti Jessica. Attualmente il progetto è in fase di valutazione insieme ad altri e questo significherà avere un fondo che dovrà attirare investimenti dei privati”.

E il gattile? Questo era già stato oggetto di polemica nel primo incontro con i icittadini. Da una parte Cuccaroni è stato chiaro: “Qua di fianco abbiamo un Gattile ormai storico e naturalmente tutto ciò andrà compreso in questo percorso comune e collettivo”. Dall’altra nel progetto comunale del 2001, il Gattile non era compreso quindi per la Maurizi: “Se nel progetto elaborato dal Comune del 2001, che ribadisco non conosco e verificherò, non esiste il Gattile non vedo come possa esistere. Però è una cosa che dico senza conoscere il progetto e gli atti.”
 

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