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Cronaca

Caro carburante: il pieno ad Ancona costa meno che in tutta Italia. Ma è in arrivo lo sciopero dei benzinai

Da gennaio il costo del carburante è tornato a salire. Ma nella provincia di Ancona il prezzo medio è ancora il più conveniente d’Italia. Intanto i benzinai preparano due giorni di sciopero contro il mancato taglio delle accise da parte del governo nazionale

ANCONA - La forbice va da 1.649 ad un massimo di 2.309 per il gasolio, e un minimo di 1.529 ad un massimo di 2.109 per la benzina. Il metano si attesta tra 1.850 e 3.099. Mentre il Gpl oscilla tra 0.669 e 0.979. Fatto sta che, nonostante il prezzo in netta risalita con l’arrivo del nuovo anno, il pieno di carburante nella provincia di Ancona è il più economico d’Italia. Ma i gestori degli impianti di servizio scendono sul piede di guerra. Il governo nazionale non è riuscito, per ora, a tagliare le accise sui carburanti. E il settore è pronto a dare battaglia.

La protesta

Due giorni di sciopero nazionale indetto dai distributori di carburante: dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27 gennaio. «Non so ancora se parteciperemo, stiamo decidendo» afferma Francesca Zandri, titolare della società Impianti Distribuzione Petroli Srl, che in provincia gestisce ben cinque impianti: quattro ad Ancona (al Viale della Vittoria, alla Montagnola e due alla Baraccola) e uno a Loreto. Oltre al mancato taglio delle accise, a mettere sotto pressione il comparto è la nuova norma che obbligherebbe le stazioni di servizio ad esporre un cartello che riporti il prezzo medio nazionale di ciascun carburante. In modo da poter permettere all’utente di effettuare una comparazione e, magari, scegliere di rifornirsi al distributore più economico nelle vicinanze. «Ma intanto devono dirci dove possiamo prendere questo prezzo medio nazionale - replica l’imprenditrice - e poi dovremmo cambiarlo ogni volta che subisce dei cambiamenti. Non ci sembra una manovra adeguata. Anzi, è più una mossa per mettere al riparo il governo dal mancato taglio delle accise».

Le difficoltà

I titolari delle stazioni di servizio, dunque, si preparano a dover gestire una fase piuttosto difficile per le loro attività. «Siamo bersagli di insulti da parte degli utenti - replica Francesca Zandri -, ma non siamo noi a decidere le regole del gioco». Una distinzione va fatta tra le cosiddette pompe bianche e le colorate, ovvero tra le stazioni di servizio indipendenti che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più note e i vari brand. «Nelle pompe bianche il prezzo è sicuramente più basso perchè non ci sono i costi delle campagne promozionali e tutto ciò che ruota intorno al marchio» spiega l’imprenditrice. Ecco, dunque, svelato un arcano su ciò che incide in parte sul prezzo finale al cliente. «Poi c’è sicuramente chi pratica un aumento spropositato - continua Zandri - e quella è senza dubbio speculazione». Ad ogni modo il nuovo anno appena cominciato si apre all’insegna delle turbolenze. E siamo solo all’inizio.

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