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Cronaca

Carceri, «Montacuto, una discarica sociale: reinserimento impossibile»

I recenti episodi di cronaca spingono l'associazione Antigone alla denuncia. Lunedì la visita a Montacuto: «livelli preoccupanti»

Sovraffollamento, carenza di personale di polizia penitenziaria, presenza di immigrati, assenza del direttore. I difetti finora messi all'indice quali «cause dell'inasprimento delle condizioni di vita all'interno della Casa Circondariale di Montacuto e delle rivolte che hanno interessato l'istituto nei giorni scorsi». Non la pensa allo stesso modo l'associazione Antigone Marche che, con la sua attività dell'Osservatorio, visiterà lunedì 25 settembre il carcere di Montacuto e in quella sede cercherà di capire le dinamiche di quanto accaduto. «Alla base – dicono dall'associazione – ci sono altri motivi: la scarsa applicazione di misure alternative e la mancanza di percorsi per il reinserimento sociale. In poche parole: pochi sono gli educatori che seguano le persone ristrette, pochi sono gli psicologi che indirizzino il cambiamento di vita e che possano intercettare il malessere, poche le attività professionalizzanti che trasmettano un mestiere spendibile una volta tornati in libertà. Al contrario, sono tante le categorie sociali che i carceri li riempiono anche perché le loro tasche per pagarsi difese costose sono vuote: migranti, persone in attesa di primo grado e tossicodipendenti. Pochi i posti nelle comunità di recupero e i soldi per i percorsi terapeutici».

Per Antigone, insomma, il carcere si ritrova a essere «una discarica dove mettere tutto quello che politica e istituzioni non riescono ad affrontare. Su questi temi stiamo lavorando da mesi incontrando sia dirigenti sanitari, specialmente i referenti delle dipendenze patologiche, sia i politici regionali, per portare i temi della sanità carceraria e dell'applicazione delle misure alternative all'attenzione del mondo istituzionale regionale più alto. Per ora, va sottolineato un punto: in carcere, sovraffollamento, suicidi, autolesionismo, consumo smodato di psicofarmaci non sono fenomeni naturali, bensì spie di qualcosa che non funziona. Tutti i numeri dicono che dalle misure alternative è l'intera società a trovare giovamento: risparmio per lo Stato e abbassamento della recidiva. Ma forse è la società che non vuole tutto questo, assillata da un bisogno di sicurezza sociale che neanche i numeri giustificano più, dimostrando al contrario la diminuzione dei reati da alcuni anni ad oggi».

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