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Cronaca

Carceri: «Il Provveditore non basta, servono più psicologi e agenti di Penitenziaria»

A spiegare il problema del sovraffollamento delle carceri è l'avvocato Francesca Petruzzo, segretario della Camera Penale di Ancona

La situazione delle carceri marchigiane, pur migliore rispetto agli anni passati sta peggiorando. A Montacuto si contano 281 detenuti a fronte di una capienza di 256. Meno dei circa 400 registrati durante il picco di qualche anno fa ma comunque in aumento rispetto allo scorso anno. Comunque un campanello d'allarme che non va sottovalutato. Ne abbiamo parlato con l'avvocato Francesca Petruzzo, segretario della Camera Penale di Ancona. «A Montacuto - spiega - ci sono reparti con celle da tre posti dove è stata posizionata la quinta branda. Il problema era già sorto ad agosto di quest'anno. Chiaro che questo crea problemi Sicuramente si può fare di meglio».

Come?

«Per chi si trova in uno stato di detenzione in carcere è difficile ottenere misure alternative. Il Tribunale di Sorveglianza di Ancona è molto restrittivo e usa con il contagocce misure alternative o semplici permessi che consentono l'uscita dal carcere per pochi giorni e un primo contatto con il mondo esterno. Vero che si cerca di usare uscita progressiva dal carcere ma questo avviene a poca distanza, circa un anno e mezzo, dal fine pena».

Come mai?

«Le istruttorie sono molto lunghe perché occorre valutare vari aspetti, condotta compresa. Poi però i tempi, già necessariamente lunghi, si dilatano ulteriormente per carenza di personale come educatori, psicologi e assistenti sociali. Abbiamo difficoltà nei successivi controlli esterni e le forze dell'ordine hanno già il loro daffare nel presidiare il territorio. In prima istanza le richieste di permesso vengono quasi sempre rigettate».

Dalla politica chiedono un Provveditore per le Marche, può essere la soluzione?

«Averlo sarebbe importante ma il problema non è solo quello. Abbiamo pochi agenti di polizia penitenziaria che sostengono carichi di lavoro esagerati. Hanno la mia stima perché li vedo lavorare sempre all'altezza della situazione nonostante le difficoltà».

E poi? 

«Occorrerebbe aumentare anche il numero di educatori e psicologi perché queste professionalità, ad oggi, sono in difficoltà nel dover stare dietro a una popolazione enorme. Il rischio è che la loro attività, volta al recupero, venga fatta in maniera parziale».

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