
Foto di repertorio
La cannabis non era light, tremano gli shop: perquisizioni e sequestri tra Macerata e Ancona
Si chiude un'indagine su una catena di vendita della così detta cannabis light dietro la quale si celava un vero e proprio giro di spaccio di droga, proprio nel giorno in cui il CSS si è espresso sulla pericolosità della vendita dei prodotti negli shop
L’indagine e i sequestri
In un primo momento gli investigatori hanno controllato alcuni giovani che avevano appena acquistato prodotti venduti negli esercizi commerciali posti sotto osservazione. Sono così scattati una serie di sequestri per poi effettuare le analisi al Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica della Questura di Macerata. L’esito? Positivo in quanto la stessa risultava essere vera e propria sostanza stupefacente. Dunque i clienti, giovani e giovanissimi, erano convinti di comprare un prodotto “sicuro” quando invece si sarebbe trattato di vero e proprio stupefacente. Ragazzi, giovani e minorenni. Tutti clienti abituali, in alcuni casi anche in lista di attesa per l’acquisto di piantine di marijuana da poter coltivare direttamente a casa loro proprio perché vendute con certificato attestante il basso contenuto di THC. Ecco perché, nel corso delle perquisizioni, estese anche all’abitazione del titolare e dei dipendenti dei negozi, sono state sequestrate centinaia di confezioni dei tre tipi di prodotto risultato essere marijuana e altra merce che dovrà essere sottoposta ad analisi al fine di stabilirne l’esatta natura.
I risultati sul THC e l’accusa di spaccio
A confermare i sospetti investigativi sul fatto che dietro gli shop si celasse una vera e propria attività si spaccio di sostanze stupefacenti, anche i risultati delle analisi dell’Istituto di Medicina Legale e Tossicologia Forense dell’Università di Macerata, dove è emerso come la sostanza già controllata dalla Scientifica fosse vera marijuana, con principio attivo addirittura di 0,6%. Da quei le accuse al titolare della catena commerciale: spaccio di sostanze stupefacenti. E, a seguito del decreto di sequestro delle sostanze stupefacenti presenti nei rispettivi esercizi commerciali riconducibili all’indagato, i blitz e le perquisizioni ancora in corso d’opera nei negozi e nelle case di dipendenti con la funzione di addetti alla vendita dei prodotti.
La chiusura dei negozi
Gli inquirenti sono dunque convinti che dietro quegli scontrini su cui c’era scritto “terriccio” o “prodotto tecnico per ricerca e collezionismo”, si celava la vendita alla luce del sole di droghe. Una consapevolezza del tutto estranea ai ragazzi, convinti di consumare tutt’altro. Per questo il Questore di Macerata Antonio Pignataro, al fine di tutelare la salute dei consumatori ignari, ha disposto la chiusura temporanea dei negozi di Macerata, mentre sono in corso ancora perquisizioni nell’anconetano.
IL CSS DICE NO ALLA CANNABIS LIGHT - SFOGLIA PER LEGGERE