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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Chiaravalle

Canile lager, i cani mangiavano i resti dei loro simili: condannato

La sentenza è arrivata giovedì pomeriggio dopo un procedimento durato ben quattro anni. Il giorno del sequestro le Guardie Zoofile avevano trovato una condizione raccapricciante

Un lager per 24 cani, alcuni dei quali ridotti all’osso e che addirittura si azzuffavano per poter mangiare i resti dei loro simili. Chi li aveva ridotti così, un chiaravallese di 60 anni, è stato condannato a 5.000 euro di multa oltre a un riconoscimento di 500 euro in favore di Legambiente, parte civile nel procedimento penale e rappresentata dall’avvocato Tommaso Rossi. 

La vicenda risale alla primavera del 2014 quando il blitz delle Guardie Zoofile di Legambiente e dell’ufficiale della Polizia Municipale Marco Ivano Caglioti portò alla luce lo stato del canile nei dintorni di Chiaravalle. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, non tutti gli animali erano maltrattati. Quelli che potevano contare sul regolare pagamento di una retta da parte del padrone erano in buone condizioni, ma per gli altri era l’inferno. Subito dopo il sequestro, i 24 cani vennero trasferiti in due strutture idonee ad Ancona e a Jesi mentre per il 60enne scattò l’accusa di detenzione di animali in condizioni tali da causare gravi sofferenze. Il procedimento penale si è concluso giovedì pomeriggio davanti al giudice Francesca De Palma e il pm Francesca Sbriccoli aveva inizialmente chiesto per l'imputato una pena pecuniaria di 10mila euro. «Le condizioni erano drammatiche e i cani erano in evidente pericolo di vita- ha detto in aula Tommaso Rossi (foto in basso) - quando sono entrate le guardie zoofile hanno visto con i loro occhi che gli animali avevano la leishmaniosi, malattie contagiose e si trovavano in condizione di promiscuità. Non si reggevano in piedi». 

Diversa la versione della difesa, sostenuta dall’avvocato Elisabetta Candi. La tesi fa perno sulle testimonianze rese da alcuni vicini di casa del 60enne, le quali hanno disegnato un uomo che da ben 15 anni si prendeva cura degli animali comprando regolarmente dei nuovi box e spostando la posizione delle cucce a seconda delle stagioni, in modo che gli animali non soffrissero eccessivamente il caldo, il freddo e le intemperie. Il veterinario incaricato di visitare i cani ha inoltre stabilito che nel giorno del sequestro a tutti era stata praticata la cura anti zecche poco tempo prima. «Mi sembra molto strano che chi maltratta gli animali pratica la cura contro le zecche con tale rigorosità- ha commentato la Candi- chi maltratta i cani arriverebbe mai a comperare delle cucce?». Le motivazioni della condanna saranno pubblicate entro 45 giorni, poi verrà valutata l’ipotesi di ricorrere in appello. 

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