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Cronaca

Campeggio di Portonovo, c'è un'altra chance per la riapertura

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della cooperativa “Il Conero” dopo lo stop dei lavori 

ANCONA – Campeggio di Portonovo, c'è uno spiraglio sulla riapertura. A determinarlo è il Consiglio di Stato a cui la cooperativa “Il Conero” si è dovuta rivolgere tramite i propri legali, per l'ennesima vicenda giudiziaria che sta interessando i soci. 
La cooperativa aveva, di recente, «ottenuto tutti i permessi ed i nulla osta necessari per ripristinare l’impianto di illuminazione, adeguato alle normative vigenti, e lo scarico a mare (compreso nelle opere di urbanizzazione concordate), quali interventi conclusivi per rendere l’opera conforme ai progetti assentiti, in modo da riaprire la struttura in vista della corrente stagione estiva – osserva l'avvocato Riccardo Leonardi che tutela insieme ai legali Mario Pinelli e Marica Peciccia il campeggio -. Mentre erano in corso i lavori, inaspettatamente, il Comune di Ancona emetteva un ordine di sospensione degli stessi, chiedendo alla cooperativa di avviare un procedimento di Via (valutazione impatto ambientale), sebbene nel corso degli anni di chiusura dell’attività (a partire dal 2010, anno in cui il campeggio fu sottoposto a sequestro preventivo) avesse sempre negato, con propri provvedimenti, trasmessi agli organi inquirenti, la necessità della valutazione di impatto ambientale, poiché le opere insistevano su un’area inferiore ai limiti dimensionali prescritti dalla legge in materia».

La Provincia era poi intervenuta, quale organo competente per la Via, richiedendo non la valutazione di impatto ambientale come detto dal Comune ma l'avvio del Paur, procedimento amministrativo unitario in cui l’opera sarebbe stata sottoposta non solo a Via postuma ma anche a tutte le ulteriori autorizzazioni, pareri, e nulla osta necessari per la realizzazione e l’esercizio della stessa, sebbene già ottenuti dalla parte privata. Tramite i loro avvocati la cooperativa aveva impugnato al Tar Marche l'atto con cui il Comune aveva fatto sospendere i lavori al campeggio, con richiesta di sospensiva, che il Collegio, in data 24 giugno scorso, ha però rigettato «senza che venisse in alcun modo valutata, seppur sommariamente, la fondatezza del ricorso – sostiene Leonardi - nonostante le decine, tra  autorizzazioni amministrative e decisioni giudiziali già ottenute dalla cooperativa nei circa 12 anni di chiusura dell’attività, che dunque si ponevano in contrasto con quanto allo stato disposto».

Il team legale ha impugnato il provvedimento davanti al Consiglio di Stato che nella udienza del 30 agosto scorso ha accolto l’appello cautelare promosso nell’interesse della cooperativa, seppure ai fini di una sollecita definizione del merito. In particolare la IV^ Sezione del CdS (Presidente Lopilato, Estensore Tucciarelli),  ha compiutamente evidenziato le esigenze cautelari che ricorrono nel caso di specie, avendo puntualmente evidenziato che «Considerato inoltre che il protrarsi della situazione in essere è suscettibile di produrre effetti negativi per la cooperativa, in particolare  con riguardo alla custodia, in magazzino idoneo allo scopo, del materiale necessario all’esecuzione dei lavori, temporaneamente sospesi, alla perdurante impossibilità di utilizzare il bene, agli investimenti già sostenuti e al lasso di tempo decorso dall’avvio del procedimento con cui era astata inizialmente esclusa la procedura di Via» e invitando il Tar  Marche a definire quanto prima la controversia. Ora la palla torna di nuovo al tribunale amministrativo. I legali della cooperativa si ritengono «soddisfatti del risultato ottenuto, anche in considerazione del rilevante pregiudizio che stanno subendo sia i soci della cooperativa, che la comunità tutta, a causa della perdurante chiusura di una struttura turistico-ricettiva, a basso impatto ambientale, capace però di accogliere decine di turisti senza aumentare il carico dei parcheggi presenti nella baia di Portonovo, da sempre, unico neo della zona».

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