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Cronaca

Piovono calcinacci dal cavalcavia: «Un giorno o l'altro qualcuno ci resta secco»

Lastre di cemento sul marciapiede. I pilastri completamente scrostati lasciano intravedere l’anima in ferro. Il cavalcavia della Palombella versa in condizioni allarmanti e i residenti protestano

ANCONA - «Un giorno o l’altro qualcuno ci resta secco sotto una pietra del genere» sbotta Nicolae Vidam, residente della Palombella, mentre indica un lastrone di cemento staccatosi dal cavalcavia e crollato a terra. Tra l’altro, proprio sotto il ponte, si trova la fermata del bus. Dunque un punto di attesa per gli utenti, soprattutto nei giorni di pioggia per mettersi al riparo dal maltempo. Ma basta alzare lo sguardo per rendersi conto dello stato di incuria e degrado in cui versa la struttura.

La paura

«Abbiamo chiesto di riparare il ponte - racconta Nicolae Vidam -, ma è stato fatto solo da una parte». Quella al di sopra della fermata dell’autobus è ancora completamente deteriorata. Ma non è questo l’unico problema evidenziato dall’associazione antidegrado,  che si occupa di far presente alla giunta comunale tutte le situazioni critiche della città. Infatti sempre nello stesso punto i residenti chiedono di installare un semaforo a chiamata per l‘attraversamento pedonale. «Tre anni fa c’è stato già un morto - continua il residente - e io sono stato investito mentre attraversavo la strada». Punto tre: le barriere con blocchi di cemento all’angolo del parcheggio del Bar Nadi che da accesso alle abitazioni sul lato posteriore. «Se dovesse succedere un’emergenza non c’è un accesso per i mezzi di soccorso - lamenta Vadim - bisogna assolutamente togliere queste barriere».

Le richieste

L’Associazione antidegrado è pronta a dare battaglia per sostenere le richieste dei residenti della Palombella. «Dopo le varie segnalazioni non si è mosso nulla - lamenta il presidente dell’associazione Fabio Mecarelli - il Comune non ci ascolta. Pertanto, se necessario, ci confronteremo con i consiglieri comunali di opposizione per far sì che portino un’interrogazione nelle sedi opportune».

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