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Spara ad un cane, Andrea Spinelli (Federcaccia): «Chi fa questo non è un vero cacciatore»

Il Presidente di Federcaccia Ancona Andrea Spinelli parla con Ancona Today in merito alla questione del cane Queena, vittima di un cacciatore che, secondo quanto ricostruito dalla Forestale, le avrebbe deliberatamente sparato col fucile

Il Presidente di Federcaccia Ancona Andrea Spinelli ha accettato di essere intervistato da Ancona Today in merito al caso del cane Queena, vittima di un cacciatore che, secondo quanto ricostruito dalle indagini del Corpo Forestale, le avrebbe deliberatamente sparato col fucile. Spinelli ha subito voluto mettere in chiaro come la pensa in merito. «Condanno fermamente questo episodio perché una persona che si comporta così non si può definire un cacciatore. Chi va a caccia deve rispettare le regole come quella di tenersi a distanza dalle zone di residenza. Anche tra di noi ci sono le così dette mele marce. Detto questo mi pare che la dinamica raccontata dalle cronache faccia pensare a tutto fuorché un incidente. Se davvero fosse confermata l’ipotesi attuale, questo non dovrebbe smettere di cacciare, dovrebbe essere consegnato direttamente alla giustizia».

E se fosse identificato il cacciatore, cosa può fare la sua associazione?

«Quello che noi possiamo fare è dirgli che dal prossimo anno non ci sarà più spazio per lui in Federcaccia perché, detto chiaramente, per la nostra categoria è una vergogna. Comunque se non ricordo male, in altri casi, Federcaccia ha anche espulso per episodi simili».

Ma lo sa che c’è una parte di opinione pubblica che, di fronte a casi, non ha dubbi: "Bisogna abolire la caccia".

«Io dico che rivendicare l’abolizione della caccia è un approccio semplicistico. Perché abolire la caccia? Perché c’è stato un singolo incidente? Perché muoiono animali? La caccia é nata con l’uomo e se aboliamo la caccia perché non ci va che ci sia qualcuno che uccida gli animali, allora dovremmo batterci per cose ben peggiori e più dannose per il nostro ambiente e la nostra fauna selvatica e non. Ripeto, ci sono le mele marce come dovunque perché il cacciatore in realtà è un guardiano dell’ambiente, chi viene chiamato quando c’è un sovrannumero di cinghiali? I cacciatori, che sono anche utili per l’equilibrio della fauna e dell’ambiente».

Eppure il cacciatore va in giro ad uccidere animali e vi accusano di farlo per il gusto di uccidere, non è forse così?

«No. E’ vero che c’è chi va a caccia per fare il c’è chi va a caccia per fare il carniere e magari vantarsi del numero di bestie uccise, ma non dovrebbe essere così. Il cacciatore non va a caccia per il gusto di uccidere, tirare il grilletto di un fucile è solo l’atto finale di un’attività più ampia perché a contare davvero è il contesto, la vita in mezzo alla natura, il paesaggio, la passeggiata con il proprio segugio. Poi se il cane trova un fagiano certo, gli si può anche sparare. Ma tutto questo non ha nulla a che fare con le stragi di selvaggina, tanto meno con l’idea di sparare ad un cane domestico».

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