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Cronaca

Bus in fiamme, verifiche in corso: «Escluse analogie con Montemarciano»

Manutenzioni dei mezzi Conerobus, tema sollevato in consiglio comunale dopo l’incendio dello scorso 25 novembre all’Aspio e il precedente di settembre nel deposito di Montemarciano

Manutenzioni dei mezzi Conerobus, tema sollevato in consiglio comunale dopo l’incendio dello scorso 25 novembre all’Aspio. A interrogare la giunta sono stati Maria Grazia De Angelis e Angelo Eliantonio (Fratelli d’Italia), che hanno chiesto all’assessore ai trasporti Ida Simonella anche le cause di quanto accaduto e i motivi della non presentazione al Ministero delle Infrastrutture le schede di monitoraggio dei mezzi, che avrebbero sbloccato dei finanziamenti per le manutenzioni. 

Due incendi

«Sulle cause dell’incendio stanno lavorando delle commissioni» ha spiegato la Simonella, che poi ha dato voce a una relazione di Conerobus. Chiamato in causa anche l’incendio dello scorso settembre a Marina di Montemarciano. «In quel caso è presumibile che l’incendio sia stato dovuto alla perdita di liquido infiammabile che, per una crepatura del tubo, ha gocciolato su una parte incandescente ma non è ancora una cosa sicura. Nei moderni bus- continua l’assessore citando l'azienda- l’ingombro dei componenti e le canalizzazioni nello spazio ristretto del vano motore possono essere una concausa di incendi». Per il recente caso dell’Aspio: «Si suppone sia dovuto a un guasto alla parte elettrica, ma sempre con l’ombra del dubbio. Non ci sono analogie con Montemarciano». Sulle verifiche periodiche: «Al pari di tutti i veicoli autorizzati a circolare sono omologati ed è impossibile fare modifiche. I controlli sono periodici, i collaudi fatti da officine e autorità di vigilanza. I ricambi sono originali o compatibili ma sempre e comunque certificati».

Le schede di manutenzione

Entro il 30 giugno del 2020 le schede di manutenzione dovevano essere inoltrare alla direzione generale del Ministero, ma il Comune non lo ha fatto e i finanziamenti non sono arrivati. Una scelta calcolata, spiega la Simonella: «Stavamo discutendo con lo stesso Ministero per il progetto sull’anello filoviario, che poi ci è stato finanziato con 7 milioni e grazie al quale abbiamo anche acquistato nuovi filobus. Quello che avremmo preso consegnando le schede sarebbe stato di entità molto ridotta rispetto a quanto invece abbiamo poi avuto. Gli interventi previsti erano già contenuti nel progetto che poi ci è stato finanziato».
 

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